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Spostamenti transfrontalieri, “In Lombardia 80% di vaccinati”

Controlli delle guardie di confine svizzere a Chiasso.
Controlli delle guardie di confine svizzere a Chiasso. Keystone / Elia Bianchi

L'eventualità che il pass Covid diventi obbligatorio per gli svizzeri che rientrano dall'Italia dopo aver fatto la spesa ha aleggiato nel corso dell'assemblea annuale della Regio Insubrica, l'associazione transfrontaliera che riunisce enti locali lombardo-piemontesi e il Cantone Ticino.

La proposta indirizzata da Bellinzona al governo federale, nell’ambito dell’ampia consultazione promossa da Berna sul problema dei contagi veicolati dai viaggiatori provenienti dall’estero, sta facendo discutere ai due lati della frontiera. Roma consente infatti l’entrata, senza vincoli particolari, delle persone entro la fascia di 60 km dal luogo di domicilio, in deroga alle disposizioni europee che impongono la notifica dell’apposito moduloCollegamento esterno alle autorità sanitarie del paese di destinazione.

La Confederazione per il momento non prevede particolari restrizioniCollegamento esterno per l’ingresso dai paesi europei ma l’incremento nel corso dell’estate dei positivi che hanno soggiornato in particolare nelle regioni dell’Europa sudorientale e nei Balcani ha spinto Berna ad avanzare alcune limitazioni su cui dovrebbe statuire venerdì: doppio tampone, all’entrata e dopo 4-7 giorni, per i non vaccinati o non guariti dal coronavirus o, alternativamente, tampone e quarantena di dieci giorni.

Governo ticinese contrario agli spostamenti transfrontalieri

In proposito l’esecutivo ticinese, che aderisce a una soluzione intermedia (quarantena obbligatoria solo per spostamenti che hanno origine in paesi colpiti da varianti particolarmente contagiose), sostiene però anche che “per ragioni di praticabilità dei controlli è opportuno evitare eccezioni all’obbligo di test per gli spostamenti transfrontalieri nelle regioni di frontiera così come per gli espatri di breve durata”, ad esclusione ovviamente dei lavoratori frontalieri ma non dei confederati che si recano oltre confine anche solo per fare la spesa.

Una prospettiva che ha subito allarmato Massimo Mastromarino, presidente dell’Associazione comuni italiani di frontiera che hanno già pagato un pesante tributo durante il lockdown e che ora potrebbero di nuovo subire una nuova riduzione dell’afflusso di clienti nei loro commerci. Per evitare chiusure parziali alle dogane Massimo Mastromarino ha invitato le autorità svizzere a liberalizzare a loro volta gli spostamenti transfrontalieri. Ma nel corso dei lavori assembleari il consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi, che è subentrato al piemontese Matteo Marnati nella presidenza dell’associazione insubrica, ha osteggiato questa ipotesi.

Dopo aver evidenziato “la profonda interdipendenza (a volte troppa) tra i nostri territori”, il capo del dipartimento cantonale delle Istituzioni, alludendo a questa proposta, ha criticato quelle “iniziative unilaterali” che “non sono espressione della collaborazione che si vuole promuovere in seno alla Regio Insubrica”.  

Sertori diplomatico, Lombardia non è a rischio Covid

Sul tema l’assessore lombardo, con delega ai rapporti con la Svizzera, Massimo Sertori ha voluto mantenere un atteggiamento prudente e diplomatico, non senza però esimersi dall’evidenziare la situazione epidemiologica tutto sommato rassicurante della sua regione: “La Lombardia, che è stato il territorio colpito per primo e in modo rilevante dalla pandemia, era un problema per la Svizzera”.

Altri sviluppi

Oggi, ha continuato Massimo Sertori, è la regione con più vaccinati in Italia (oltre l’80%) e ai vertici in Europa in questa classifica. “Cerchiamo la normalità con una strategia che si fonda su vaccinazioni e green pass, che sono strumenti indispensabili per restare aperti”, rileva sempre l’assessore lombardo agli Enti locali.

Naturalmente gli interventi durante l’assemblea si sono concentrati su altre questioni, legate alle prospettive immediate di questa macroregione. Tra di esse l”organizzazione degli Stati generali del turismo e della cultura, ideati per promuovere la ripresa in un settore chiave per l’economia della regione dei tre laghi, con una serie di appuntamenti che culmineranno il prossimo anno con una manifestazione conclusiva a Novara.

Regio come punto di incontro

Ma la di là dei progetti nei settori tradizionali della mobilità transfrontaliera, gestione dei laghi e trasporti la Regio Insubrica, è stato convenuto da più parti, ha svolto un ruolo fondamentale di raccordo quando i due paesi si sono trovati su fronti opposti. In questo senso, ha affermato Norman Gobbi, la rete di contatti della Regio Insubrica “ha facilitato la mutua comprensione delle numerose misure restrittive che i governi centrali (durante la crisi Covid, ndr) emanavano, talvolta con poca coordinazione e dimenticandosi spesso delle peculiarità delle aree di frontiera”.

Mentre Massimo Sertori ha ricordato, a margine dei lavori della Regio, la firma dell’atteso accordo sulla fiscalità dei frontalieri, giunta anche grazie al concorso di Regione Lombardia e Cantone Ticino e al loro intervento presso i rispettivi Ministeri delle finanze. Che entro gennaio, ha ribadito l’assessore lombardo, sarà ratificato dai due parlamenti.

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