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Italiano in Svizzera, “bisogna rimanere vigili”

Durante la Settimana della lingua italiana nel mondo abbiamo incontrato la presidente del Consiglio nazionale (la "Camera bassa" del Parlamento elvetico) Marina Carobbio-Guscetti la quale, durante l'anno presidenziale che sta per concludersi, ha condotto i lavori parlamentari in italiano. 

La “Settimana della lingua italiana nel mondoCollegamento esterno” è una ricorrenza che in Svizzera assume un’importanza particolare poiché non si tratta di celebrare la bellezza di un idioma esotico, ma la terza lingua nazionale.

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L’italiano, a nord delle Alpi, deve sempre lottare per non essere messo in secondo piano rispetto al tedesco o al francese, anche in seno all’amministrazione e alla politica federale.

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L’amministrazione svizzera è sempre meno italofona

Questo contenuto è stato pubblicato al La percentuale di italofoni nel personale dell’amministrazione federale si attesta nel 2018 al 6,6%. rispetto al 7% dei tre anni precedenti.

Di più L’amministrazione svizzera è sempre meno italofona

“Indipendentemente dal numero di persone che lo parlano quotidianamente, l’italiano ha la stessa importanza delle altre lingue nazionali nel definire la Svizzera, la sua cultura e la sua coesione”, ritiene la presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio-Guscetti.

La prima cittadina è intervenuta durante l’evento “Berna legge Dante”, una lettura pubblica del canto XVI della Divina commedia organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Svizzera. 

L’evento si inseriva nell’ambito della settimana dedicata alla lingua italiana che quest’anno ha come tema conduttore “L’italiano sul palcoscenico”. 

Ai presenti, Carobbio-Guscetti ha ricordato che proprio da un particolare “palco”, lo scranno presidenziale del Consiglio nazionale, l’italiano ha avuto negli ultimi dodici mesi un ruolo da protagonista. 

Durante il suo mandato, la presidente ha infatti deciso di condurre i dibattiti parlamentare in questa lingua.

A un mese dalla fine della legislatura, Marina Carobbio-Guscetti traccia un bilancio positivo dell’esperienza.

Dall’ottobre del 2018, quando è entrata in carica, gli interventi parlamentari in italiano sono stati il 2,5% del totale. Può sembrare una cifra esigua, ma è più del doppio della media dell’1% dei tre anni precedenti della legislatura.

Durante ogni sessione parlamentare, circa due ore di dibattito su un centinaio sono state in italiano, “un record”, ha sottolineato la presidente uscente davanti ai presenti prima di iniziare la lettura del canto XVI della Divina Commedia, lettura poi conclusa dall’ambasciatore d’Italia in Svizzera, Silvio Mignano.

Come il discorso dell’Ulisse dantesco ai suoi compagni, così la decisione della prima cittadina di stimolare l’uso dell’italiano all’interno di Palazzo federale ha fatto presa su molti suoi colleghi.

Chi prima non osava esprimersi in italiano (per timore di non essere capito o di non parlare abbastanza bene) ha cominciato a farlo.

La speranza è che, con il passaggio della presidenza a un altro deputato, l’italiano in parlamento non finisca per naufragare. 

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