Strage in Florida "evitabile", Fbi nella bufera
Piovono le critiche sull'Fbi dopo che la stessa agenzia della polizia federale statunitense ha ammesso di non aver fatto nulla dopo aver ricevuto delle segnalazioni sul conto del 19enne che ha aperto il fuoco in un liceo in Florida.
Il governatore della Florida, Rick Scott, ha chiesto le dimissioni del direttore dell'Fbi, Christopher Wray, in seguito all'ammissione del Bureau di non aver agito dopo essere stata per ben due volte allertata sul conto di Nikolas Cruz, il 19enne che mercoledì ha ucciso 17 persone e ferito altre 14 al liceo Marjory Stoneman Douglas di Parkland, in Florida.
L'agenzia non ha preso provvedimenti dopo la segnalazione già nota del blogger che lo scorso settembre avvertì gli agenti del commento in cui Cruz sosteneva: "Diventerò il più grande massacratore nelle scuole". Ma neppure quando, il 5 gennaio, una persona vicina al giovane contattò l'agenzia per segnalare comportamenti preoccupanti.
L'Fbi riconosce così che in quest'ultima circostanza il protocollo non è stato seguito nella sua interezza: "Le informazioni fornite avrebbero dovuto essere valutate come una potenziale minaccia vitale", si legge nella nota, dove il direttore Wray esprime rammarico "per l'ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro che sono rimasti coinvolti in questa orribile tragedia", spiegando di stare "ancora indagando sui fatti".
Stando a quanto riferisce il Bureau, le indicazioni ricevute su Cruz avvertivano che il giovane potesse "potenzialmente condurre una sparatoria a scuola", sulla base del fatto che aveva manifestato "desiderio di uccidere, comportamenti sopra le righe e postato messaggi inquietanti sui social media". Informazioni che l'agenzia avrebbe dovuto analizzare e trasmettere all'ufficio competente. "Abbiamo stabilito che questo protocollo non è stato seguito - si legge ancora - le informazioni non furono inviate all'ufficio di Miami e all'epoca non furono condotte ulteriori indagini".
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