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Fiscalità imprese, Ue delusa dal voto svizzero

La bocciatura in votazione popolare della Riforma III della tassazione delle imprese in Svizzera non è piaciuta all’Unione europea, la cui delusione è stata espressa lunedì dal commissario Ue all’economia Pierre Moscovici. Un’approvazione avrebbe messo fine al contenzioso tra Berna e Bruxelles sui regimi fiscali di alcuni cantoni, mentre ora, all’orizzonte, c’è la minaccia dell’iscrizione della Svizzera in una lista nera.

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Pierre Moscovici, che ha incontrato lunedì i giornalisti per presentare le previsioni economiche invernali, ha commentato così il voto di domenica: “Non posso nascondervi che per la Commissione europea il risultato di questo voto è deludente. La Confederazione si era impegnata a rispettare gli standard dell’OCSE. Ora consulteremo gli Stati membri per decidere cosa fare.”

La minaccia non troppo velata è l’iscrizione sulla lista nera delle giurisdizioni che aiutano le multinazionali a non pagare le tasse, e che potranno essere colpite da misure di ritorsione.

“Continueremo il dialogo”, ha precisato Moscovici. “Quella lista è decisa dagli Stati membri, che devono prendere in considerazione l’insieme dei parametri. Non posso dire ora chi vi figurerà, la lista si farà a fine 2017, ma ovviamente ora c’è un elemento di delusione che non è privo di impatto sul dialogo”.

Oltre che pesare sulla vicenda specifica, il voto può essere preso a pretesto da chi sostiene che il rapporto con Berna è rischioso, esposto alle incertezze della democrazia diretta, e che dunque prima di dare altri accessi al mercato è necessario sistemare le questioni istituzionaliCollegamento esterno.

In Svizzera

Anche all’interno del Paese si pensa, naturalmente, al futuro. Proprio per scongiurare misure di ritorsione dall’estero, una nuova riforma sembra inevitabile. Secondo molti, dovrà prevedere un finanziamento più chiaro di quella affossata domenica e comprendere delle migliori misure di compensazione per le perdite fiscali.

“Dal nostro punto di vista”, spiega il consigliere nazionale e presidente dell’Unione delle città svizzere Kurt Fluri, “la nuova riforma dovrà obbligare chiaramente i cantoni a compensare le perdite fiscali che subiranno le città. In secondo luogo, esigiamo che le città siano interpellate da subito nell’elaborazione del nuovo progetto”.

Ma così come le città chiamano in causa i cantoni, i cantoni chiamano in causa la Confederazione.

“Il Consiglio federale deve agire in fretta e presentare al Parlamento un nuovo progetto di riforma”, dice Charles Juillard, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze. “Abbiamo già detto di essere a disposizione per la ricerca di una soluzione, che deve essere equilibrata e soprattutto tenere conto delle perdite fiscali che subiranno i cantoni.”

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