Un ponte verde tra le valli sul confine italo-svizzero

A metà strada tra Como e Lugano nasce un nuovo progetto di mobilità sostenibile per migliorare i servizi e la qualità di vita nelle aree delle valli del Mendrisiotto e del territorio montano Lario-Intelvese.
In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro delle politiche territoriali, il progetto MoSVIM Collegamento esternosi propone come un esempio virtuoso di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Svizzera. Avviato nel gennaio 2025 nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera 2021–2027, MoSVIM mira a rinforzare il sistema di trasporto pubblico nelle aree montane comprese tra la Valle Intelvi e il Mendrisiotto, a cavallo tra Ticino e Lombardia.
Un territorio, una visione condivisa
Il progetto sfiora i 1’200’000 euro di investimento. Di questi, il contributo ticinese ammonta a circa 190’000 euro e il resto arriva dalla Regione Lombardia. Vi sono coinvolti i partner istituzionali di entrambi i Paesi: per l’Italia, capofila è la Regione, ci sono poi la Comunità Montana Lario Intelvese e il Comune di Centro Valle Intelvi; per la Svizzera, l’Associazione dei Comuni del Generoso.
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L’obiettivo è quello di garantire il diritto alla mobilità anche nelle zone più isolate, contrastando lo spopolamento e migliorando la qualità della vita per le fasce più deboli della popolazione, come le persone anziane e quelle giovani.
Si tratta infatti di un territorio accomunato da cultura e tradizioni simili. “Abbiamo di più da spartire con chi vive nella Valle di Muggio rispetto a qualcuno che arriva da Lecco”, riferisce il sindaco di Centro Valle Intelvi Mario Pozzi.
Un legame che si conferma anche nel fatto che il MoSVIM non rappresenta la prima collaborazione ai due lati della frontiera. “Anche in passato abbiamo portato avanti progetti interregionali allo scopo di rafforzare le relazioni di confine, visto che dobbiamo condividere molti aspetti sulla sentieristica, sulla natura, lavorare per il bene del territorio”, dice ancora Pozzi.

Dalla teoria alla pratica
Tra le azioni previste da progetto figurano: un piano di studio della mobilità sostenibile transfrontaliera; un servizio sperimentale di trasporto pubblico a chiamata, pensato per raggiungere anche i borghi più remoti; la riqualificazione del ponte ciclo-pedonale tra Erbonne e Scudellate, simbolo della connessione tra i due Paesi.
Inoltre, è previsto un regolamento condiviso per la fruizione dei sentieri da parte di pedoni e ciclisti; e infine proposte turistiche volte a valorizzare le aree interne e attrarre nuove persone residenti, oltre che visitatori.
“Tra le nostre priorità c’è anche quella di preservare l’agricoltura, la vita contadina e i pascoli – aggiunge in sindaco – affinché non diventino tutti boschi. Si tratta di una questione di bellezza e preservazione del paesaggio e delle tradizioni, ma anche di sicurezza e controllo del territorio”.
I punti di forza
Tra i luoghi di maggiore interesse della regione, Pozzi cita ad esempio la Grotta dell’orso (vedi foto qui sotto), visitata da molte persone locali e scolaresche. “Erbonne e Scudellate (la prima su lato italiano, la seconda su quello svizzero, ndr.) – aggiunge poi – sono il nostro gioiellino”. Turiste e turisti sono locali ma non solo, arrivano anche persone dal resto della Confederazione e dell’Italia.

Anche per l’Associazione dei Comuni del Generoso il progetto MoSVIM rappresenta un obiettivo importante, come spiega Fiorenzo Scettrini interpellato dal Corriere del Ticino.
Lo scopo del progetto è “mettere in rete i due versanti, valorizzando tutti gli aspetti che possono attirare presenze”. Gli interventi riguarderanno il tratto tra l’Alpe Gotta e la Costa del Bovè, il sentiero che porta dall’Alpe Sella all’Alpe Squadrina e la già citata area tra Scudellate ed Erbonne.
In questo ambito rientrerà poi anche la riqualificazione del ponte pedonale in legno che unisce i due versanti della montagna.
I rapporti con la parte svizzera – conferma il sindaco di Centro Valle Intelvi – sono attivi e collaborativi, sia a livello istituzionale che associativo. “A volte, però, si risente della carenza di personale necessario per seguire tutte le attività in corso. Ma se continuiamo a lavorare in squadra, i risultati non mancheranno”.
Più attenzione verso il locale
Per quanto concerne il forte interesse turistico che già concerne l’area lariana e le possibili ripercussione dello stesso sulle zone montane, Pozzi commenta: “Quello è un turismo internazionale e va bene che sia così. Noi vogliamo piuttosto recuperare la nostra storia, ciò che abbiamo ereditato e puntare su questo. Poi, è anche vero che, oltre al lago, i turisti hanno voglia anche di natura e valli. C’è anche una buona fetta di persone che apprezza di più il turismo lento, a piedi, in bicicletta. Dove non si rischia di incappare nella folla”.

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Alla pressione turistica nell’area lacuale, si legge ancora nel testo del progetto, segue un “innalzamento dei prezzi di acquisto delle abitazioni e, di conseguenza, espelle gli abitanti, generalmente giovani, dai comuni rivieraschi a favore dei comuni interni”. Ma a questa inversione di tendenza, “non ha corrisposto un analogo processo di rafforzamento dei servizi, in particolare della mobilità minore”.
Inoltre, la vicinanza con la Svizzera, oltre a rappresentare per l’Italia un’opportunità per lo sviluppo di scambi commerciali, si traduce anche in una “forte attrattività sulla forza lavoro locale”, riportaCollegamento esterno la sintesi del MoSVIM.
Dal 2000 a oggi, le persone frontaliere sono passate da 12’000 a 22’600. Persone che impegnano una rilevante quota di tempo e benessere negli spostamenti, prevalentemente in auto.

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