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I territori di frontiera si uniscono nella Regio Retica

Poschiavo
Su questa superficie transfrontaliera di oltre 4'000 chilometri quadrati vivono oltre 200'000 persone che condividono anche parte della propria storia, cultura e identità. Keystone / Christian Beutler

Rappresentanti delle Regioni Bernina, Maloja e della Provincia di Sondrio hanno presentato i prossimi passi del progetto interregionale attraverso il quale si vogliono perseguire obiettivi comuni all’area di frontiera retica tra Svizzera e Italia.

“Partendo dalla crescente interconnessione tra mercati, lavoro, ricerca e cultura oltre i confini, l’obiettivo è costruire una comunità locale transfrontaliera, che rispetti le peculiarità locali e rafforzi le relazioni storico-economiche”.

È così che viene ufficialmente descritto il nuovo programma interregionale tra Canton Grigioni e Regione Lombardia. Ed è questa, in estrema sintesi, la natura del progetto che prenderà il nome di Regio Retica e che punta così a creare un organismo istituzionale permanente, che unisca Valtellina e Valchiavenna, ossia la provincia di Sondrio, con le valli del sud del Canton Grigioni.

Economia comune

Su questa superficie transfrontaliera di oltre 4’000 chilometri quadrati vivono oltre 200’000 persone che condividono anche parte della propria storia, cultura e identità. L’economia dell’area, inoltre, è incentrata sul turismo da entrambi i lati del confine. Seguono il manifatturiero, l’edilizia e l’agricoltura, settori che – malgrado siano tendenzialmente rappresentati da piccole imprese – danno lavoro a molte persone e salvaguardano la produzione locale.

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Alcuni di questi ambiti, come in particolare il turismo e l’edilizia, sono poi fortemente interessati dal transito di lavoratori e lavoratrici – oltre 10’000 secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica – che, sempre all’interno della regione presa in considerazione, dall’Italia vanno quotidianamente in Svizzera.

Serve una visione d’insieme

È su questi presupposti che le istituzioni di ambo le parti, con la Provincia di Sondrio come capofila e le Regioni Maloja e Bernina come partner, hanno deciso di unirsi in maniera da trovare, in determinati ambiti, una visione e una pianificazione comuni.

“Bisogna immaginarsi un’area nelle Alpi retiche a forma di anello, che si estende dall’Alta Engadina alla Valtellina attraverso la Val Bregaglia e la Valposchiavo. Un anello interdipendente, dove ciò che succede da una parte della frontiera ha ricadute su ciò che succede dall’altra parte”. È questa l’immagine che Maurizio Michael, uno dei promotori del progetto Regio Retica, ha fornito nel corso della presentazione ufficiale avvenuta il 29 aprile a St. Moritz.

Turisti e turiste sul Passo del Bernina.
Turisti e turiste sul Passo del Bernina. KEYSTONE/Arno Balzarini

L’attuale visione programmatoria, si legge nella presentazioneCollegamento esterno del progetto interregionale, si presenta disgiunta e frammentata da politiche differenti attuate in due Paesi; manca un dialogo comune produttivo e proattivo.

Quello che la creazione della Regio Retica intende raggiungere è la costruzione di una comunità locale transfrontaliera, giuridicamente costituita, che tuteli peculiarità e caratteristiche di entrambe le parti interessate e, al contempo, rafforzi le relazioni storico economiche e il senso di appartenenza.

Come si intende fare

I primissimi passi vedono la nascita di un organismo istituzionale che operi stabilmente tra le regioni italiana e svizzera per affrontare le sfide comuni e gestire i temi locali in modo coordinato. Serviranno quindi una sede, una segreteria tecnica congiunta, una piattaforma digitale e, soprattutto, un osservatorio permanente che raccolga e analizzi dati, informazioni ed evoluzioni rilevanti per lo sviluppo dell’area o per la sua tutela.

Altri sviluppi

Questa fase iniziale porrà la base per quella successiva, ossia la progettazione e l’attuazione di strategie, idee e azioni concrete, così come l’identificazione di strumenti stabili di collaborazione nei campi della formazione, del lavoro, dei trasporti, dell’economia, del turismo, della cultura e della salute.

Un comitato di pilotaggio formato da sei persone verrà interpellato ogni volta che si tratterà di prendere delle decisioni e i primi progetti comuni dovrebbero vedere la luce entro la fine del 2026. Il progetto ha un budget che supera i 600’000 franchi, coperti in gran parte dall’Italia e in parte dalla Svizzera.

“Non possiamo rivolgerci sempre a Roma o Berna”

Secondo i relatori presenti a St. Moritz, gli ambiti in cui questa regione potrà essere attiva in futuro sono molteplici. “Il problema dei lavoratori specializzati è contingente sia per la Svizzera che per l’Italia e ci porta a dover ragionare assieme a una soluzione”, ha detto Davide Menegola, presidente della Provincia di Sondrio.

“Evitiamo di andare sempre a Berna e a Roma, se non è necessario, ma ragioniamo prima in un contesto di vicinanza”, ha spiegato il granconsigliere liberale del Canton Grigioni Maurizio Michael, che già da un ventennio si occupa di progetti transfrontalieri.

Altri sviluppi

Olimpiadi 2026 come inizio della collaborazione?

Malgrado al momento il tutto suoni ancora in modo teorico, dalla platea, l’assessore della Regione Lombardia in quota Lega, Massimo Sertori, ha citato un evento concreto, ormai alle porte: le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, che vedranno coinvolta anche Livigno e Bormio.

“Nel febbraio dell’anno prossimo tutto il mondo ci guarderà, ma per chi ci guarda da lontano i confini contano solo fino a un certo punto”, ha detto Sertori, che vede la manifestazione sportiva come un’occasione unica per programmare il futuro insieme.

L’assessore ne ha approfittato per lanciare uno spunto: “Livigno e St. Moritz, dal mio punto di vista, potrebbero rappresentare un comprensorio unico che si rivolge al mondo. È una cosa talmente ampia e talmente grande che deve mettere a fattor comune anche eventuali miglioramenti nei collegamenti”, ha concluso Sertori.

Bormio, in provincia di Sondrio, si prepara alle Olimpiadi invernali.
Bormio, in provincia di Sondrio, si prepara alle Olimpiadi invernali. Copyright 2025 The Associated Press. All Rights Reserved

Il precedente

Intanto, è doveroso ricordare, che l’idea non rappresenta una novità in termini di collaborazioni transfrontaliere. La Regio InsubricaCollegamento esterno è infatti una comunità di lavoro nata ormai 30 anni fa, nel gennaio 1995, all’interno della quale collaborano con successo il Cantone Ticino, le provincie piemontesi del Verbano-Cusio-Ossola e di Novara, e quelle lombarde di Varese, Como e Lecco.

La forza economica delle due istituzioni difficilmente si può paragonare anche perché la Regio Insubrica conta 2,8 milioni di abitanti, oltre dieci volte di più di quelli della Regio Retica. È tuttavia pur vero che la collaborazione tra i due fronti non si basa sempre sui grandi numeri. Molti dei progetti condivisi partono da piccole realtà, come ad esempio la creazione di percorsi ciclabili interregionali, per dirne una. Piccoli passi che possano migliorare la vita di chi abita la regione.

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