Como vittima del proprio successo turistico

La cittadina lacustre corre ai ripari dal turismo di massa e mette dei paletti alla promozione di locali e servizi: vietati volantinaggi, “buttadentro” e limiti alle comitive.
Una città di poco più di 80’000 abitanti con 4 milioni di presenze turistiche annue nel corso del 2024. Sono questi i grandi numeri della piccola realtà lacustre di Como.
Numeri che sicuramente rappresentano un successo per l’economia e la fama del luogo. Ma hanno anche reso difficile la vita delle persone residenti, costantemente alle prese con traffico, file, strade pedonali affollate e problemi legati agli affitti in aumento.

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Ora però si vuole correre ai ripari dagli effetti nefasti del turismo di massa, noto anche con il termine overtourism. La giunta comunale di Como ha infatti deciso di mettere alle strette i locali che si servono dei cosiddetti “buttadentro”.
A partire dalla settimana scorsa è entrata in vigore di una modifica del regolamentoCollegamento esterno della Polizia urbana che pone dei paletti alla promozione delle proprie attività per le e gli esercenti, ma anche per i fornitori di servizi di trasporto e per le guide.
Basta con il volantinaggio e i “buttadentro”
In sostanza, d’ora in poi non sarà più consentito, come accadeva regolarmente sul lungolago, avvicinare turisti e gitanti per invitarli a fare un’escursione su una delle tante barche delle società che offrono questa tipologia di servizio.
Il divieto di promozione, come accennato, è esteso anche a locali pubblici quali bar, ristoranti, tabaccherie o alberghi. “È vietato ai titolari e a tutto il personale addetto, comunque denominato e incaricato, ivi inclusi collaboratori, dei caffè, dei ristoranti, degli alberghi e di ogni altra attività ricettiva, degli esercizi commerciali e di ogni altra struttura produttiva, invitare, con qualunque forma e mezzo, le persone che transitano davanti alle predette attività ad entrarvi”, si legge nella delibera.
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Il nuovo regolamento vieta anche l’attività di questo tipo per crociere e tour “siano essi nautici, terrestri o aerei”. In nome del decoro è vietato anche distribuire volantini promozionali o lasciarli sulle auto.
Gruppi limitati a 25 persone
Un’altra norma riguarda l’introduzione di nuove regole per i gruppi di turiste e turisti in visita. Le comitive non potranno infatti comprendere più di 25 persone e le loro guide. A queste ultime è inolte vietata ogni forma di amplificazione della voce e saranno anche ritenute responsabili nel caso il gruppo ostruisca vie di transito o vie di accesso a edifici pubblici.
“Nelle aree del centro, al fine di garantire la vivibilità urbana, con particolare riguardo alla tutela della tranquillità e alla mobilità pedonale, i gruppi di visitatori accompagnati da guide turistiche, accompagnatori o altri soggetti individuabili come referenti della visita, non possono essere composti da più di 25 persone”. Pena: una sanzione.
Non rientrano nel computo i bambini di età inferiore ai due anni e il provvedimento non si rivolge alle scolaresche.
Un risultato perseguito
Ospite lo scorso anno del programma “Patti Chiari” della Radiotelevisione svizzera in lingua italiana (RSI), il sindaco di Como Alessandro Rapinese ammetteva che gli ultimi anni hanno messo alla prova la cittadina e che molti e molte abitanti non sono entusiasti della portata del successo turistico.
“Abbiamo dovuto aumentare tantissimo i servizi della nettezza urbana, abbiamo problemi con la polizia locale perché ci servono sempre più agenti. Mi è anche capitato di trovare turisti accampati in tende montate nel parco di Villa Olmo”, riferiva il sindaco dagli studi della RSI.
È anche vero che questa mole di visite è frutto di politiche che negli anni passati hanno mirato a incentivare sempre di più il turismo. Lo stesso Rapinese, nel settembre scorso, diceva: “A me, personalmente, questa situazione fa godere tantissimo. Vivere in una città che piace, dove si parlano molte lingue, a me piace moltissimo. Inoltre, ciò permette di creare occupazione anche poco qualificata e ricollocare quindi da settori che subiscono dei cali come magari quello del tessile”.

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Oltre 4 milioni di presenze nel 2024
Tra coloro che più apprezzano il Lago di Como come meta di viaggio – e che più vi spendono – in testa alla classifica c’è il mondo arabo, al primo posto per volume di transazioni legate allo shopping tourism. Solo nel 2024, le province di Como e Lecco hanno registrato oltre 4,3 milioni di presenze turistiche.
“Questi numeri confermano che la bellezza, da sola, non basta: serve una proposta integrata che unisca ospitalità, esperienze tailor-made (su misura, ndr.), alta qualità dei servizi e un ecosistema che funziona. Ed è proprio questa la forza della Lombardia”, affermava recentemente l’assessora al turismo della Regione Lombardia, Barbara Mazzali, presentando il Lago di Como all’Arabian Travel Market di Dubai.
Una conferma, insomma, del fatto che, malgrado la regione soffra già delle conseguenze del turismo di massa, i numeri in crescita sono frutto di politiche mirate. Politiche che non incontrano il sostegno di molte delle persone residenti e alle quali il Comune cerca ora di porre rimedio.

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