Como e Lugano, più distanti di quanto si pensi

Se in passato si è cercata una collaborazione a livello turistico, oggi le due località sembrano voler puntare piuttosto sulle proprie peculiarità. Uno studio della EHL Hospitality Business School di Losanna ha messo a confronto le due destinazioni.
Quando si parla di turismo, la città svizzera di Lugano e quella italiana di Como vengono spesso messe a paragone, come per vedere quali aspetti e quali successi possono copiare l’una dell’altra. Anche noi abbiamo a più riprese scritto delle molte peculiarità che le accomunano e in quali ambiti invece c’è ancora margine di crescita in un settore, quello dei viaggi, che sembra in costante espansione.
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Uno studio della EHLCollegamento esterno Hospitality Business School di Losanna, condotto su richiesta di HotellerieSuisse SottoceneriCollegamento esterno e con il supporto di Lugano Region, ha ora analizzato le due località da un punto di vista diverso. L’istituto ha infatti studiato le caratteristiche di Como e Lugano trovando sostanziali differenze che, per certi aspetti, rendono la comparazione tra le due un’operazione forzata.
Punti di forza
L’analisi svolta dall’EHL mostra come le due realtà turistiche hanno peculiarità – positive e negative – differenti tra loro. Inoltre, anche gli ambiti nei quali possono crescere si differenziano.
Ne risulta che la città di Como punta molto sulle esperienze di lusso e il cosiddetto lifestyle. Sfrutta a pieno le ville storiche sul lago come location per eventi o mete di visite e il suo marchio di destinazione, che negli anni – grazie anche all’eco di personaggi come George Clooney – ha raggiunto una notorietà internazionale considerevole.

Lugano, dal canto suo, si focalizza sull’ambiente naturale di cui gode, la sicurezza urbana, l’infrastruttura, l’organizzazione e la qualità dei servizi che distinguono la Svizzera nel mondo.
Tipi di ospiti e periodo di visita
Per quanto concerne il prototipo di turiste e turisti in arrivo, la cittadina ticinese ospita soprattutto persone provenienti dal resto della Svizzera. A seguire, le visite dall’Italia e dalla Germania. Non tutte queste persone arrivano tuttavia negli stessi periodi dell’anno.
Se prendiamo come riferimento i dati per il 2024 forniti dall’Ufficio federale di statistica, il picco di turiste e turisti elvetici si è registrato a Lugano nel mese di luglio. Le e gli ospiti germanici hanno preferito i mesi di agosto e settembre, mentre quelli italiani sono arrivati in visita soprattutto in ottobre e dicembre.
Per il Lago di Como, gli ultimi dati disponibili analizzati dallo studio sono quelli del 2023. Ne risulta che la regione attrae invece soprattutto visitatori tedeschi, statunitensi e francesi, concentrati nei mesi di luglio e agosto. Cresce tuttavia l’interesse anche per i mesi primaverili, con un notevole incremento dei pernottamenti in aprile.
L’offerta di alloggi e servizi
A rappresentare una notevole differenza tre i due luoghi è inoltre il tipo di strutture ricettive presenti. Nello studio viene infatti notato che Lugano è carente di quelle che nel gergo del settore vengono chiamate upper-upscale lifestyle. Ossia quegli alberghi che, non solo vantano 4 o 5 stelle (questi ci sono), ma garantiscono un lusso raffinato, moderno, con esperienze personalizzate per i e le clienti.
Malgrado gli hotel stellati non manchino, quelli che a Lugano offrono, per esempio, un servizio di trasporto su barca, sono solo due sui sette presi in esame e lo fanno appoggiandosi a una ditta esterna. A Como, invece, sei strutture ricettive su sette sono proprietarie di barche e una sola offre lo stesso servizio appoggiandosi ad un partner esterno.
La ricerca ha intrecciato 650 fonti di dati esistenti riguardanti statistiche, trends, stagionalità, eccetera. A questa si sono aggiunte 21 interviste qualitative che gli studenti e le studentesse dell’istituto hanno condotto con persone che operano nel settore ed esperti del turismo del Luganese e dell’area lariana. Studenti e studentesse hanno trascorso 14 giorni tra Lugano e Como per comprendere meglio le due realtà.
Si nota poi come la città di Como, a differenza della vicina di casa elvetica, abbia sul proprio territorio una maggiore presenza di catene alberghiere internazionali, come Sheraton o Hilton. La loro presenza, si legge, aumenta la reputazione e la visibilità della destinazione turistica.
Lo studio nota però anche che, contrariamente alla percezione generale, sui comuni canali di vendita, le tariffe medie giornaliere delle camere a Como sono più elevate di quelle di Lugano.
La soddisfazione generale concernente gli alloggi è invece simile in entrambi i casi, risultando dell’85,5% tra coloro che hanno pernottato a Como e dell’83,4% tra le ospiti e gli ospiti di Lugano.
Eventi e attrazioni culturali
Se Como, con gli alberghi occupati tutto l’anno, non ha problemi legati alla stagionalità dell’offerta turistica, è pur vero che questa si fonda prettamente su vacanze all’insegna della dolce vita o, come l’abbiamo definita in precedenza, del lifestyle.
Nei giorni di brutto tempo e nella stagione invernale, Lugano fa invece più fatica a riempire le camere di albergo di cui dispone. A cambiare le cose potrebbe essere l’organizzazione di eventi e conferenze con le quali la città si sta profilando in un’offerta differenziata.
>>> Le strategie luganesi per la propria promozione turistica internazionale:

Altri sviluppi
La Lugano turistica ammalia gli USA e non solo
Congressi ed eventi legati al mondo della medicina, dell’economia o dello sport possono infatti contribuire alla destagionalizzazione dei flussi turistici. Ciò è permesso in primis da strutture e spazi adatti a questo genere di eventi di cui si dispone sulle rive del Ceresio.
Un altro fattore attrattivo è rappresentato dalla cultura. Como non dispone del numero di musei per cui sono famose città italiane come Firenze o Milano e – con 11 strutture contro 36 – viene battuta anche dalla regione di Lugano, emerge dalla ricerca. Di queste, a Lugano, l’entrata è gratuita nel 40% dei casi, a Como nel 18%.
È pur vero, tuttavia, che l’area lariana riscuote invece moltissimo successo con le visite e gli eventi organizzati nelle ville storiche della regione: si tratta di un’attrazione peculiare della tradizione del luogo, si nota nell’analisi dell’EHL.
La misura del successo
Dalla ricerca, insomma, risulta che entrambe le cittadine lacustri abbiano punti forti e punti deboli che costituiscono un’identità specifica per ognuna. Eppure, i numeri raggiunti da Como sono di gran lunga più importanti.
Se da una parte ci sono state circa 1’200’000 presenze alberghiere in tutto il cantone TicinoCollegamento esterno nel corso del 2024. Dall’altra, a Como, dal 2012 a oggi, le presenze in città sono passate da 1,2 a 5 milioni, con tutte le difficoltà e le complicazioni che il cosiddetto overtourism, o turismo di massa, porta con sé.
>>> Ne avevamo parlato in questo articolo sui risvolti negativi del turismo comasco:

Altri sviluppi
Como vittima del proprio successo turistico
In più occasioni pubbliche, il sindaco di Lugano Michele Foletti si è espresso sul fatto che, per il bene della coabitazione tra locali e visitatori, non è a questi numeri che punta la città.
“A mio avviso, come qualsiasi altro territorio in crescita, Como dovrebbe puntare sulla destagionalizzazione e sulla delocalizzazione dei flussi, proprio per evitare di incappare in fenomeni dannosi”, ha detto il vicepresidente dell’Associazione albergatori di Como e presidente degli Enti bilaterali del turismo, Andrea Camesasca in una recente intervistaCollegamento esterno al Corriere del Ticino.
“Il primo esempio di sovraffollamento l’abbiamo visto a Venezia. Io sono dell’idea che il ticketing o il contingentamento degli ingressi in città siano l’estrema ratio. Prima, bisognerebbe cercare di creare un turismo ‘nuovo’, rigenerativo. Che possa toccare quei luoghi oggi meno conosciuti di Como e del suo lago. Un turismo che permetta di scoprire l’entroterra, l’enogastronomia, il biking, ma anche il cineturismo. Insomma, l’obiettivo dovrebbe essere quello di puntare sulle aree in cui oggi l’economia del turismo è ancora poco conosciuta”.
Identità chiare e definite
Le differenze tra Como e Lugano, insomma, ci sono. Ciò che forse finora non è stato detto così ad alta voce, ma che emerge sia dallo studio dell’Hospitality Business School sia dalle più recenti dichiarazioni di chi opera nel settore e degli esponenti politici, è che queste differenze – o meglio, peculiarità – vanno mantenute.
Nelle scorse settimane, d’altronde, anche il direttore dell’ente nazionale Svizzera Turismo, Martin Nydegger, ha detto la suaCollegamento esterno sulle collaborazioni in ambito turistico tra Como e Lugano: “Commercializzare Lugano come vicina a Como, la farebbe rientrare nell’orbita del mercato italiano. Sono aperto alle cooperazioni transfrontaliere (…) e non sono un isolazionista. Penso, tuttavia, che prima di tutto dovremmo ottimizzare la collaborazione all’interno del nostro Paese”.
In passato si è cercato di creare sinergie tra i due poli allo scopo di sgravare flussi talvolta poco gestibili da una parte, e riempire vuoti difficilmente riempibili dall’altra. Oggi, la strategia sembra definitivamente cambiata. Più che di una collaborazione a tutti i costi, le due località lacustri sembrano invece decise a puntare sulle proprie caratteristiche e su identità ben definite.

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