A Milano “anche i tram sono ben vestiti”

La Milano Design Week, da poco conclusasi, trova spazio anche sui giornali della Svizzera tedesca. Nel nostro appuntamento settimanale vi parliamo anche del pellegrinaggio di un gruppo di tifosi del Genoa in un cimitero all’abbandono a Montreux, di criminalità organizzata e di un dottorato honoris causa che continua a far discutere.
Ode a Milano
La Milano Design Week e il Salone internazionale del Mobile hanno da poco chiuso i battenti e in un lungo reportage il Tages-AnzeigerCollegamento esterno rende omaggio questa settimana alla creatività meneghina. “Fantastiche produzioni, artigianato artistico, passeggiate in città, cibo raffinato e, naturalmente, nuove tendenze: lasciatevi contagiare dalla creatività di Milano”, si legge nell’occhiello.
“Qui, tutto è chic. Anche i tram sono ben vestiti. Riflettono ciò che è importante in città: moda, design e tradizione. Forse un suggerimento per i nostri tram di Zurigo?”, s’interroga il giornale, sottolineando che nella città sulle rive della Limmat si vede a malapena fuori dalle finestre, talmente questi mezzi pubblici sono ricoperti di pubblicità. Passeggiando per la città, la reporter si imbatte con entusiasmo in uno dei tanti cortili privati trasformati per l’occasione in spazio espositivo per il Fuori Salone. “Un’oasi verde, con al centro una tiny house della società giapponese Muji e un giardino arredato con semplici sgabelli in legno, dove persino le panchine hanno ricevuto un abito giapponese minimalista”.
Tra i tanti luoghi visitati dalla giornalista vi è naturalmente il padiglione svizzero, allestito nella Casa degli Artisti a Brera, di cui avevamo parlato in questo servizio. “La cosa più bella della Design Week è che si è quasi costretti a passeggiare per la città, cercando di scoprire tutti i tipi di luoghi fantastici. Tuttavia, la prossima volta non farò più affidamento sulla spontaneità: se si vuole vedere il più possibile, bisogna registrarsi in tempo e prendere appuntamenti, perché le code sono infinite”.

Uno dei fondatori del Genoa riposa a Montreux
È una storia piuttosto originale quella raccontata questa settimana da Le TempsCollegamento esterno: come mai un gruppo di una ventina di tifosi del Genoa si è ritrovato lunedì 14 aprile a Montreux in quello che fino a mezzo secolo fa era un cimitero e oggi è un parco? “C’è poco spazio. Trasportano un sacco di roba. Borse, fiori, bandiere. Poi srotolano un lungo striscione rosso e blu che starebbe bene anche in uno stadio. Bisogna muoversi e chinarsi per riuscire a leggere tra gli alberi, le stele e i corpi l’iscrizione in italiano: ‘Ieri, oggi, domani – Sempre Genoani’. Tutti gli occhi convergono verso una delle tombe più antiche. Nonostante l’erosione della pietra, si riesce a decifrare un nome, George Dormer Fawcus, e una data, il 14 aprile 1925”.
Ma chi sarà mai George Dormer Fawcus? La risposta la fornisce Massimo Prati, genoano d’origine e ginevrino d’adozione, autore tra le altre cose di un libro sugli svizzeri pionieri del calcio italiano, di cui avevamo parlato anche noi in questo articolo. Originario di North Shields, in Inghilterra, Fawcus si stabilì a Genova per diventare un attore importante nel fiorente commercio del carbone. L’inglese si fece conoscere però soprattutto per il suo ruolo sportivo. Fu infatti tra i fondatori del Genoa Cricket & Athletic Club, che divenne rapidamente il Genoa Cricket & Football Club, di cui ricoprì l’incarico di presidente (e scese anche in campo) durante il periodo di maggior gloria del club, che tra il 1899 e il 1904 conquistò cinque scudetti di fila.
Fino a un anno fa, nessuno sapeva dove giacevano le spoglie di Fawcus. Ed è stato proprio Massimo Prati, dopo una minuziosa inchiesta, a scoprire che il cittadino di sua Maestà era stato inumato in quello che all’epoca era il cimitero della folta comunità straniera che viveva a Montreux. Lo storico dilettante sapeva che Fawcus era venuto in Svizzera e ha trovato delle prove della sua presenza a Montreux. Ma soprattutto è riuscito a mettere le mani sul suo avviso di decesso, avvenuto il 14 aprile 1925 e sul quale si specificava che il funerale si sarebbe svolto nella chiesa anglicana di Saint-John a Montreux e nel cimitero adiacente. “Il 18 aprile 2024, ne è sicuro perché ha conservato i biglietti del treno, Massimo Prati si è recato da Ginevra a Territet per vederci chiaro. Si è arrampicato in cima al pendio, in mezzo alle erbacce, tra le vecchie tombe. E poi si è trovato di fronte a una massiccia lapide, ricoperta da uno spesso strato di muschio che lasciava intravedere solo poche lettere. Ma alcune lettere sinonimo di speranza. Così ha raschiato. Per una ventina di minuti buoni. Sentendosi “come Indiana Jones” alla ricerca di un tesoro dimenticato. E il nome che stava cercando è finalmente apparso. Aveva appena scoperto la tomba di uno dei fondatori del Genoa”.

Promossa accusa nei confronti di un presunto membro della ‘ndrangheta
La criminalità organizzata italiana torna a far parlare di sé nella Confederazione. Mercoledì, infatti, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso l’accusa di partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale nei confronti di un cittadino italiano residente nel Canton Argovia. “È sospettato – scrive 20 MinutesCollegamento esterno – di aver agito almeno tra il 2001 e il 2020 come referente della cosca della ‘ndrangheta Anello-Fruci in territorio elvetico e di aver favorito lo sviluppo degli interessi di quest’ultima in Svizzera”.
La persona sospettata “avrebbe inoltre commesso per conto del clan del boss Rocco Anello, 64 anni, una serie di reati, tra cui: importazione, acquisizione e stoccaggio di denaro falso, ricettazione, violazioni della legge federale sulle armi, accessori per armi e munizioni e violazioni della legge sugli stupefacenti”, rilevano i giornali del gruppo CH MediaCollegamento esterno. Il centro svizzero del clan era una pizzeria di Muri, nel Canton Argovia, a due passi dalla centrale di polizia.
L’annuncio dell’MPC è direttamente collegato alla vasta retata operata nel luglio 2020 in Svizzera e in Italia, nel quadro dell’indagine denominata “Imponimento” avviata dalla procura di Catanzaro. “In quell’occasione, 75 persone sono state arrestate e 169 milioni di euro di beni sono stati sequestrati. Sono state effettuate perquisizioni in Argovia, a Soletta, a Zugo e in Ticino. In totale, in questa indagine sono state coinvolte 158 persone”, ricorda 20 Minutes.

La storia infinita del dottorato a Benito Mussolini
Il dottorato honoris causa conferito nel 1937 dall’Università di Losanna a Benito Mussolini è decisamente una storia infinita. Pur ammettendo che concedere questo titolo al dittatore fascista fu “un grave errore”, l’ateneo – seguendo il punto di vista espresso nel 2022 da un gruppo di lavoro creato ad hoc – ha preferito non revocare il dottorato honoris causa, optando invece per altre misure destinate a portare avanti una “politica basata sulla memoria”, tra cui dei progetti di ricerca e un sito internetCollegamento esterno dedicato alla vicenda.
La posizione delle autorità universitarie non è però condivisa da tutti. La sezione ginevrina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) è tornata alla carica questa settimana, stando a quanto riferisce 24heuresCollegamento esterno. In una lettera aperta indirizzata al rettore dell’Università di Losanna, l’ANPI chiede di controbilanciare gli onori attribuiti a Mussolini conferendo anche un dottorato honoris causa al professore Jean Wintsch, importante figura del movimento anarchico e tra le poche personalità ad opporsi nel 1937 alla decisione delle autorità universitarie losannesi.
A sostegno della sua richiesta, l’ANPI ha raccolto 116 firme di nomi di personalità della società civile e prosegue la sua petizione online. L’Università di Losanna non sembra però intenzionata ad accogliere la domanda. L’idea di onorare Jean Witsch “è stata esaminata nel quadro più ampio delle nostre riflessioni sulla memoria istituzionale. Al termine di questa analisi, la direzione ha scelto di privilegiare altre forme di azione”, riporta 24heures, ricordando che una mostra sul tema è in corso fino a settembre e che lo scorso novembre è stato organizzato un convegno.

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