Un reddito di base a vita per tutti i cittadini
In Svizzera fa nuovamente parlare il reddito di base incondizionato a vita per tutti. Una iniziativa simile fu bocciata sonoramente 5 anni fa. Ora, su nuove basi, si cerca di introdurre uno strumento che garantisca a tutta la popolazione residente in Svizzera una vita dignitosa. Alla cassa questa volta verrà chiamato in modo solidale tutto il mondo economico.
Con la distribuzione di un reddito di base a vita a tutta la popolazione elvetica, l’obiettivo dell’iniziativa “Vivere dignitosamente – Per un reddito di base finanziariamente sostenibileCollegamento esterno“, è quello di garantire un sostentamento per tutti, tutelare il diritto umano a una vita dignitosa e di valorizzare il lavoro finora non retribuito. In poche parole, come sottolinea il professore di economia all’università di Friburgo Sergio Rossi, “ogni persona residente in Svizzera, ha il diritto di vivere un’esistenza dignitosa in famiglia e nella società contribuendo e partecipando alla vita pubblica”.
Tutti hanno diritto a un reddito di base per tutto il corso della loro vita. Un reddito di base completo viene pagato a chiunque risieda permanentemente in Svizzera e che sia maggiorenne. I minorenni ne ricevono uno ridotto. In generale ogni membro di una famiglie ha diritto al reddito di base. Il reddito di base sarà versato a tutti, anche a chi ha un salario sufficiente per vivere.
L’approccio è assicurativo. L’importo viene stabilito dal Parlamento (i promotori dell’iniziativa pensano a un reddito di 2’500 franchi). I primi a beneficiarne sono coloro che attualmente non hanno alcun reddito (casalinghe e casalinghi, disoccupati, emarginati, bambini, giovani, apprendisti, studenti e artisti). Complessivamente circa il 20-30% della popolazione.
Chi guadagna a sufficienza e/o non ha bisogno del reddito di base potrà dedurlo nella dichiarazione d’imposta, pagando quindi meno imposte.
Eppure, solo nel giugno 2016, ben il 77% della popolazione ha respinto l’iniziativa “Per un reddito di base incondizionato”. Bollata allora dai contrari come ‘un’utopia irrealizzabile’, la popolazione elvetica aveva bocciato pragmaticamente l’iniziativa con due argomenti tipicamente svizzeri: avrebbe agito da disincentivo al lavoro e difficilmente sarebbe stata finanziabile.
Ora, a soli cinque anni dal secco “no” alle urne, un comitato apartitico torna alla carica con un nuovo progetto di reddito di base incondizionato per tutti. Troppo presto? Cinque anni fa Sergio Rossi disse che “l’importante è che i cittadini comincino a riflettere su questa idea che prima o poi si dovrà attuare”. Oggi, sempre Sergio Rossi, ci risponde che i promotori dell’iniziativa “hanno fatto tesoro degli errori fatti in passato e hanno migliorato il testo dell’iniziativa. Soprattutto hanno spostato la fonte del finanziamento dai salari dei lavoratori ai profitti e alle rendite da capitale”.
L’iniziativa propone di modificare l’articolo 110 della Costituzione federale in modo che un reddito di base sia garantito a tutte le persone che vivono in Svizzera.
1 La Confederazione garantisce alle persone domiciliate in Svizzera un reddito di base incondizionato. Esso deve consentire di condurre un’esistenza dignitosa in seno alla famiglia e alla società, di partecipare alla vita pubblica e di impegnarsi per il bene comune.
2 Il reddito di base è concepito in modo da contribuire a preservare e sviluppare le assicurazioni sociali.
3 La legge disciplina l’importo e il versamento del reddito di base.
4 Disciplina inoltre il finanziamento del reddito di base. Tutti i settori economici contribuiscono solidalmente a tale finanziamento sulla base dei propri proventi. In particolare sono tassati adeguatamente il settore finanziario e le imprese del settore tecnologico ed è sgravata l’attività lucrativa.
Vi sono alcuni aspetti che vanno chiariti. Da un lato l’ammontare di questo reddito di base per tutti e dall’altro chi lo finanzierà. Senza dimenticare una delle critiche che hanno affossato l’iniziativa di 5 anni fa: il reddito di base favorirebbe l’indolenza collettiva.
Reddito di base, quanto vali?
“La quantificazione del reddito di base – spiega Sergio Rossi – dipende dallo spazio e dal tempo. Da un lato il minimo vitale in Svizzera cambia da regione a regione. Una cosa è vivere a Zurigo e un’altra vivere in un paesino in mezzo alle Alpi. Dall’altro, va considerato l’andamento dei prezzi: il reddito va indicizzato. tenendo presente questi fattori, indicativamente il reddito minimo dovrebbe aggirarsi attorno ai 2’500 franchi”.
“Indicativamente il reddito minimo dovrebbe aggirarsi attorno ai 2’500 franchi”
Sergio Rossi, economista Uni Friburgo
Prima di arrivare a questo reddito di base, ci vorrà probabilmente un cambiamento culturale nelle persone: la grande difficoltà è fare il passo e capire che reddito e lavoro vengono separati uno dall’altro. Per il professore di economia, “occorre cambiare passo e non solo mentalità. Tutto il lavoro deve essere riconosciuto come un bene comune. La maggior parte delle attività però oggi non è retribuita. Pensiamo al lavoro domestico, spesso ad appannaggio dalle donne. Questo lavoro contribuisce indirettamente alla crescita economica del Paese. Infatti, se una persona resta a casa, magari accudendo ai figli o genitori, permette all’altra di lavorare al 100%. In generale ritengo che il lavoro, qualsiasi esso sia, va retribuito. Anche il volontariato”.
Finanziamento del reddito: fattibile
Secondo una stima della Banca Nazionale, i costi aggiuntivi generati dal reddito di base, dovrebbe aggirarsi tra i 25 e i 40 miliardi di franchi. Una cifra di non poco conto, eppure “il reddito di base è assolutamente finanziabile”, spiega Sergio Rossi. “È ovvio – continua Rossi – che l’insieme del sistema economico deve contribuire al suo finanziamento. L’iniziativa di 5 anni fa colpiva solo i salari, non i profitti. Il nuovo testo colma questa importante lacuna: ora si chiamano alla cassa anche i profitti, le rendite da capitale, i guadagni sui mercati finanziari.”
“Secondo una stima della Banca Nazionale, i costi aggiuntivi generati dal reddito di base, dovrebbero aggirarsi tra i 25 e i 40 miliardi di franchi”
Comitato d’iniziativa
Effettivamente l’iniziativa richiede esplicitamente una tassazione equa di tutti i settori dell’economia nazionale e in particolare di quello finanziario, che – come scrivono i promotori dell’iniziativa – oggi contribuisce scarsamente al sostrato fiscale e nelle cui transazioni commerciali a elevata frequenza e a elevato profitto si nascondono tra i 40 e i 60 miliardi di franchi di possibili entrate fiscali. Dovranno partecipare anche coloro che portano avanti un’effettiva economia sommersa nel sistema finanziario, come le aziende tecnologiche multinazionali e le piattaforme digitali (la stima qui, sempre del comitato dell’iniziativa, va dai 10 ai 20 miliardi). Non da ultimo, grazie a numerose scappatoie, nell’attuale sistema fiscale elvetico è possibile eludere le imposte in modo legale. In questo caso si parla di 20 miliardi di franchi.
Nuove tasse, nuove fughe dalla Svizzera?
Tassare maggiormente finanza e tecnologia, due settori importantissimi per la Svizzera, non rischia di far scappare questi attori? “Chi fa azienda in Svizzera – risponde Sergio Rossi – approfitta soprattutto di una stabilità economica, politica e monetaria della Svizzera. Il livello medio di benessere è decisamente superiore al resto del mondo. Va poi aggiunta e non sottovalutata la certezza sul piano giuridico. Sono queste certezze che attraggono attività imprenditoriali estere. Le aziende che ha senso tenere sul nostro territorio non puntano unicamente sui vantaggi fiscali elvetici”.
“In Svizzera il reddito di base è destinato a tutti e a vita, anche ai benestanti. In Italia il reddito di cittadinanza aiuta le persone povere”
Sergio Rossi, economista, Uni Friburgo
Sergio Rossi ci ricorda poi un altro grande vantaggio se tutto questo sistema di tassazioni e finanziamenti dovesse andare in porto. “Non solo non si va a toccare l’IVA (oggi aliquota al 7.7%), una tassa ingiusta che colpisce tutti indifferentemente, ma questa potrebbe essere addirittura abolita o almeno abbassata. Sappiamo che l’innalzamento dell’IVA può abbassare i consumi. Eliminandola o comunque riducendo la sua aliquota si avrebbe come effetto anche il rilancio dei consumi”.
Italia e Svizzera
Il reddito di base, nelle sue diverse sfaccettature, è stato introdotto già in molti Paesi. Non da ultimo anche in Italia. Rispetto al reddito di cittadinanza italiano, come si differenzia il reddito di base elvetico? Ci risponde ancora l’economista Sergio Rossi: “In Svizzera il reddito di base è destinato a tutti e a vita, anche ai benestanti. In Italia il reddito di cittadinanza aiuta le persone povere, dalle prospettive professionali non seducenti che fanno fatica a trovare un lavoro. Se non sbaglio non può superare i 780 euro al mese dopo un calcolo complesso per la sua definizione. Questo reddito di cittadinanza italiano è più simile all’indennità contro la disoccupazione elvetica che al reddito di base”.
Introdotto nel 2019, si può già tracciare un primo bilancio del reddito di cittadinanza? “Da cittadino svizzero – conclude Sergio Rossi – ho osservato da lontano l’esperienza italiana. Da ciò che vedo, sento e leggo, mi sembra un’esperienza problematica e poco entusiasmante. Diversi abusi e burocrazia pesante sono due aspetti negativi che pesano su questa misura italiana. La soluzione svizzera eliminerebbe di fatto proprio questi due aspetti negativi: non ci sarebbero abusi e la burocrazia diventerebbe ancora più leggera”.
Una spiegazione del reddito di base. Il video è stato preso dal sito dei fautori dell’iniziativa:
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