Non c'è pace per il villaggio di Schwanden nel Canton Glarona. Le nuove intense precipitazioni hanno innescato altre colate detritiche nell'area della frana scesa nell'agosto di quest'anno.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Venerdì mattina diverse centinaia di metri cubi di fango hanno raggiunto una zona residenziale, che era tornata abitabile solo da poche settimane. Circa 30 persone non possono lasciare le loro case come informa, tramite una nota, il comune di Glarona Sud, del quale Schwanden è una frazione.
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Si sta valutando una nuova evacuazione, mentre squadre di soccorso sono all’opera per riportare la situazione sotto controllo. Le frane stanno martoriando da diversi mesi la località glaronese. Una parte del villaggio, particolarmente colpita e considerata a rischio, non sarà mai più abitabile, come è stato deciso una settimana fa. In questa cosiddetta “zona rossa”, gli immobili saranno abbattuti.
Nel frattempo, una campagna di raccolta fondi organizzata dalle autorità e dai media glaronesi ha permesso di raccogliere mercoledì 270’406 franchi per i danni causati dalle frane. A quattro mesi dai devastanti smottamenti le donazioni hanno raggiunto 660’406 franchi.
Le donazioni, che serviranno ad alleviare i danni nelle situazioni in cui manca una copertura assicurativa, non sono arrivate solo dal canton Glarona. Ci sono state chiamate anche da tutta la Svizzera.
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Trenta case da demolire
Alla fine di agosto sopra Schwanden si sono verificate due grandi frane in seguito a forti piogge. Sei case sono state sepolte o distrutte e altre danneggiate. Non ci sono stati feriti, ma un centinaio di persone hanno dovuto essere sfollate. Altre frane si sono verificate in settembre.
Lo spostamento del terreno ha registrato un rallentamento, ma secondo l’ultimo bilancio dei giorni scorsi c’è il rischio che all’incirca 60’000 metri cubi di materiale scivoli a valle. Le autorità hanno annunciato una settimana fa che un’altra trentina di case dovranno essere demolite, poiché si trovano nella zona “rossa” della nuova mappa dei rischi naturali. Una quarantina di abitanti dovranno trovare un altro posto dove vivere.
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