Ricongiungimento famigliare più difficile per richiedenti l’asilo
Le straniere e gli stranieri ammessi temporaneamente non dovrebbero poter portare in Svizzera le loro famiglie. È quanto si prefigge una mozione dell'UDC approvata martedì dal Consiglio nazionale per 105 voti a 74 nel quadro di una sessione straordinaria sull'asilo. Il dossier passa agli Stati.
Nel corso del lungo dibattito alle Camere, che hanno visto destra e sinistra su fronti contrapposti, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha martellato sul “caos” che regnerebbe nel settore dell’asilo, diretto dal Consigliere federale socialista Beat Jans, sottoposto martedì a un vero “bombardamento” di domande.
L’UDC chiede controlli alle frontiere e il respingimento sistematico delle immigrate e degli immigrati clandestini. A mo’ d’esempio, è stata citata la Germania, che ha reintrodotto i controlli alle frontiere il 16 settembre scorso.
“Sempre più persone in Svizzera sono stufe della maleducazione e persino della criminalità che l’asilo porta nella Confederazione”, ha dichiarato il vallesano Jean-Luc Addor (UDC), secondo cui all’origine di molti problemi vi sarebbero i giovani migranti musulmani. Le sue critiche sferzanti contro quella che è stata definita un'”invasione” hanno fatto breccia fra le file del Partito liberale radicale (PLR, destra) e del Centro, che hanno votato la mozione che chiede lo stop al ricongiungimento famigliare per le persone ammesse provvisoriamente.
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Secondo Addor, alla fine del 2023 vivevano in Svizzera 45’000 persone ammesse a titolo temporaneo. Queste persone normalmente dovrebbero lasciare il Paese, giacché questo status non equivale a un diritto di residenza permanente, ha spiegato il deputato vallesano.
Per la sinistra, il fatto che diverse persone ricevano questo status è dovuto al fatto che il loro rimpatrio non è possibile. Per la ginevrina Laurence Fehlmann Rielle (Partito socialista, PS), la mozione dell’UDC ha un difetto importante poiché colpisce i più vulnerabili, soprattutto i bambini e le donne. “Tutto ciò non vi pone un problema di coscienza?”, ha chiesto retoricamente rivolta ai consiglieri nazionali democentristi Fehlmann Rielle, criticando inoltre assieme ai numerosi colleghi di partito le proposte UDC, giudicate contrarie alla Convenzione sui rifugiati e agli obblighi internazionali della Svizzera.
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Anche Beat Jans si è detto contrario alla mozione. Molte persone accolte provvisoriamente che rimangono da noi per anni non possono semplicemente essere allontanate a causa di guerre civili o persecuzioni nel loro paese di provenienza. Il ricongiungimento famigliare, ha sottolineato il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), è tra l’altro un principio riconosciuto dal Tribunale federale. A suo avviso, chiunque dovesse ricorrere ai tribunali avrà buone possibilità di vedersi riconosciuto il diritto al ricongiungimento famigliare che la mozione intende abolire.
Più in generale, Jans ha chiesto la bocciatura di tutte le mozioni presentate dall’UDC poiché “contrarie alla Costituzione”. A suo avviso, stiamo senz’altro passando un momento difficile sul fronte dell’asilo, ma è giusto proprio in questi frangenti mantenere il sangue freddo.
La situazione dell’asilo in Svizzera non è poi così grave come in altri Paesi, ha puntualizzato Jans. La nuova procedura veloce delle 24 ore sta dando buoni risultati e il numero di richiedenti provenienti dal Nord Africa è diminuito. Alla fine dell’anno ci saranno probabilmente circa 28’000 domande, invece delle 30’000 stimate. “Ci saranno quindi abbastanza posti di accoglienza quest’inverno” per chi ne ha bisogno, ha rassicurato il consigliere federale basilese.
Task force sull’asilo
Nel corso della discussione, la Camera del popolo ha poi accettato, con 104 voti a 86 contrari, la proposta di Jacqueline de Quattro (PLR/VD) di istituire una task force “Asilo”. La deputata vodese, nel corso del suo intervento, ha anche sollevato la questione dei rifugiati economici, spiegando che la Svizzera deve stare attenta a non diventare troppo attrattiva per queste persone.
La task force sarà responsabile della gestione e della prevenzione delle crisi nel settore dell’asilo. Dovrebbe riunire rappresentanti delle autorità federali, dei Cantoni, dei Comuni, delle organizzazioni non governative e di esperti indipendenti.
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Secondo Jans, contrario alla mozione, questa richiesta è già soddisfatta. Da quando è entrato in carica, si è impegnato ad attuare una strategia globale in materia di asilo che tenga conto delle richieste dei Cantoni. Ha inoltre sottolineato che lo Stato maggiore speciale per l’asilo (SONAS) interviene già quando si profila una crisi, come è accaduto durante l’afflusso di rifugiati ucraini nel 2022.
Scambio di dati
Il plenum ha anche approvato una secondo mozione UDC con cui s’intende obbligare i cantoni, i comuni e le assicurazioni sociali a consegnare i rispettivi dati sugli immigrati irregolari. Stando ai democentristi ve ne sarebbero 100mila solo in Svizzera.
Per Christoph Riner (UDC/AG), non è corretto che la protezione dei dati venga invocata nel caso di persone che risiedono illegalmente nel nostro Paese. Anche questo mozione, come quella sul ricongiungimento famigliare, dovrà essere esaminata dagli Stati.
Le altre due mozioni a firma UDC sono invece state respinte, anche se con margini ridotti. Mentre una prima mozione chiedeva che i richiedenti asilo in transito da un Paese sicuro non fossero considerati rifugiati, un’altra voleva creare zone di transito alle frontiere, dove tutte le richieste di asilo sarebbero state sbrigate.
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