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Leggero calo dell’immigrazione in Svizzera

cartello con passanti
A fine giugno 2024, 2'338'710 stranieri risiedevano in Svizzera a titolo permanente. Keystone / Gaetan Bally

La crescita economica meno marcata nella prima metà del 2024 in Svizzera ha determinato anche una leggera flessione dell'immigrazione: quella netta della popolazione residente permanente straniera si è attestata a 40'963 persone, ossia 6'237 in meno su base annua.

La maggior parte delle persone – soprattutto da Germania, Italia e Francia – sono immigrate per motivi di lavoro, occupando mansioni in particolare nel terziario, sottolinea una nota odierna della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) in cui si precisa che, a fine giugno 2024, 2’338’710 stranieri risiedevano nella Confederazione a titolo permanente. Una lieve contrazione si registra anche nei nuovi permessi per frontalieri, la maggioranza dei quali è attribuita per impieghi nei servizi.

Contrazione del saldo migratorio

Complessivamente, tra gennaio e fine giugno 2024 l’immigrazione nella popolazione residente permanente straniera ha riguardato 80’684 persone, pari a una diminuzione di 5048 unità (-5,9 %). L’immigrazione dai Paesi dell’UE/AELS (Associazione europea di libero scambio, che oltre alla Svizzera riunisce Islanda, Liechtenstein e Norvegia) è calata di 4478 unità (-7,2 %), attestandosi a 57’330 persone, mentre quella da Stati terzi è diminuita di 570 unità (-2,4 %), attestandosi a 23’354.

Contemporaneamente, l’emigrazione ha riguardato 35’184 residenti permanenti stranieri (+732 persone rispetto al 2023). In totale, 27’017 cittadini dell’UE/AELS (+667) e 8167 di Stati terzi (+65) hanno lasciato la Svizzera.

L’immigrazione netta nella popolazione residente permanente straniera è quindi diminuita di 6237 persone, attestandosi a 40’963 unità (differenza tra l’immigrazione e l’emigrazione, comprese alcune correzioni statistiche). Il saldo migratorio dei cittadini provenienti da Paesi dell’UE/AELS è calato di 5543 persone, passando a 26’994 unità, e quello degli Stati terzi ha fatto registrare un calo di 694 persone, attestandosi a 14’019 unità.

Mercato del lavoro

A fine giugno, specifica la SEM, la quota parte dell’immigrazione per motivi lavorativi – di breve durata o di durata indeterminata – in provenienza dall’UE/AELS è rimasta stabile rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (82% dell’immigrazione totale dall’UE/AELS). La venuta in Svizzera di lavoratori UE/AELS è scesa del 5,7% rispetto a un anno fa, attestarsi a 43’548 persone.

Il numero di lavoratori di UE/AELS reclutati per un periodo di durata inferiore a dodici mesi (popolazione non permanente) è cresciuto invece del 4,5% attestandosi a 38’638 persone. Per quanto attiene ai titoli di soggiorno contingentati per i cittadini di Stati terzi che svolgono un’attività lucrativa, a fine giugno era stato utilizzato il 36% dei permessi di soggiorno di breve durata (1455 permessi L) e il 41% dei permessi di dimora (1831 permessi B).

Economia meno tonica

Simili dati, secondo la SEM, rispecchiano la crescita economica meno marcata osservata nella prima metà dell’anno in corso rispetto ai primi sei mesi del 2023.

Al termine del primo semestre, le prospettive rimangono tuttavia favorevoli, con un’evoluzione variabile in funzione dei settori e dei rami dell’economia.

Terziario sempre in auge

Nel primo semestre l’immigrazione di lavoratori dall’UE/AELS ha riguardato soprattutto il settore terziario, ossia ben l’80%, il secondario in ragione del 18% e il settore primario in ragione del 2%.

La proporzione dell’immigrazione di lavoratori dall’UE/AELS nella popolazione non permanente è stata del 77% per il settore dei servizi, del 10% per l’industria e del 13% per l’agricoltura.

Frontalieri nei servizi

Nel primo semestre sono stati rilasciati 39’299 nuovi permessi per frontalieri, mentre nei primi sei mesi del 2023 ne erano stati concessi 41’747. Tali permessi, secondo i dati della SEM, concernono per l’82% il settore dei servizi, per il 17% l’industria (compresa edilizia e arti e mestieri) e per l’1% l’agricoltura.

I soggiorni di breve durata sottostanti all’obbligo di notifica erano 170’899 (rispetto ai 168’896 dello stesso periodo dell’anno precedente). Sono considerati di breve durata i soggiorni che non superano i tre mesi o i 90 giorni lavorativi per anno civile effettuati da persone che assumono un impiego di breve durata in Svizzera (59%), da lavoratori distaccati (32%) o da fornitori di servizi indipendenti (9%).

Nel medesimo periodo il ricongiungimento familiare ha rappresentato il 24,3% dell’immigrazione a titolo permanente. Nel quadro del ricongiungimento familiare sono entrate in Svizzera complessivamente 19’623 persone (-9,2% rispetto al 2023), il 17% delle quali erano familiari di cittadini svizzeri.

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