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Strasburgo condanna la Svizzera per violazione del diritto al ricongiungimento familiare di tre rifugiati

CEDU
La Corte di Strasburgo ha stabilito che la Svizzera ha violato l'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare. Keystone / Patrick Seeger

La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha criticato la Svizzera per aver respinto la domanda di ricongiungimento familiare di alcune persone rifugiate perché dipendevano dall'assistenza sociale.

Nella sentenzaCollegamento esterno emessa martedì, la Corte di Strasburgo ha stabilito che la Svizzera ha violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani, relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Cinque persone – quattro eritree e un cinese di origine tibetana – erano arrivate in Svizzera tra il 2008 e il 2012 e avevano ottenuto lo statuto di rifugiate.

Erano state tutte ammesse nel Paese in via provvisoria, in quanto era stato accertato che sarebbero state a rischio di maltrattamenti se rimpatriate nel Paese d’origine. Ma a differenza dei rifugiati con status di asilo, le persone ammesse provvisoriamente secondo le leggi svizzere hanno diritto al ricongiungimento familiare solo se non dipendono dall’assistenza sociale.

Nel caso dei cinque rifugiati, le autorità federali avevano dunque rifiutato la loro richiesta di ricongiungimento familiare proprio perché questa condizione non era soddisfatta.

Mancanza di equilibrio

Osservando che due dei cinque richiedenti lavoravano, e che un terzo era stato dichiarato inabile al lavoro per ragioni mediche, la Corte ha ritenuto che le autorità elvetiche “non abbiano trovato un giusto equilibrio tra l’interesse dei richiedenti a ricongiungersi con i propri familiari e l’interesse della comunità nel suo complesso a controllare l’immigrazione al fine di proteggere il benessere economico del Paese”.

La CEDU ha condannato la Svizzera a pagare 5.125 euro (5.000 franchi svizzeri) ciascuno a due ricorrenti, e 15.375 euro (15.000 franchi svizzeri) a un terzo per danni non patrimoniali, oltre a spese e costi.

Nel caso delle altre due persone che avevano fatto ricorso, la Corte ha ritenuto invece che le autorità non avessero abusato del loro potere discrezionale, nel respingerne la richiesta di ricongiungimento familiare. In particolare osservando che una delle persone, una donna, non aveva fatto alcuno sforzo per trovare un lavoro, sebbene sarebbe stata in condizione di farlo.

La Corte europea dei diritti dell’uomo è un tribunale internazionale del Consiglio d’Europa che interpreta la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Non è collegata all’Unione europea.

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