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Per l’ex ministro svizzero Deiss “non ci sono alternative all’adesione all’UE”

Joseph Deiss
Joseph Deiss è stato membro del Governo dal 1999 al 2006. Nel 2010 ha presieduto l'Assemblea dell'ONU. KEYSTONE

Per il politico friburghese l'ingresso nell'UE rafforzerebbe la sovranità della Svizzera e risolverebbe molti problemi.

In un’intervista rilasciata martedì alla NZZ, l’ex consigliere federale Joseph Deiss si è schierato decisamente a favore dell’adesione della Svizzera all’Unione europea (UE). Allo stato attuale delle cose, “dobbiamo negoziare con fermezza, ma alla fine, ha affermato, c’è solo una strada per l’Europa: l’adesione”.

In attesa di questo evento futuro la Confederazione, ha precisato l’ex ministro degli Esteri e dell’Economia, si limita a passare da una soluzione provvisoria a un’altra, riferendosi implicitamente ai periodici negoziati condotti con Bruxelles per intese particolari.

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L’adesione non è un suicidio

Joseph Deiss non si preoccupa del fatto di essere isolato dalla sua posizione poiché ritiene, contrariamente all’opinione prevalente, che l’adesione all’UE “non sia un suicidio ma, al contrario, rappresenti un guadagno in termini di sovranità” per la Svizzera.

L’ex consigliere federale friburghese dell’allora Partito popolare democratico (oggi Il Centro) vede “cose da far rizzare i capelli” nell’attuale politica europea della Svizzera.

In particolare, riferendosi alla libera circolazione delle persone, dove, a suo avviso, si confondono “in modo perfido” i problemi che possono esserci nella politica dell’asilo con la questione della manodopera estera di cui il Paese ha bisogno.

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In proposito Joseph Deiss ha osservato che i timori espressi al momento dell’accettazione del primo pacchetto di accordi bilaterali nel 2000 in materia di libera circolazione non si sono avverati ma è avvenuto esattamente il contrario: “Abbiamo visto più disoccupazione? C’è stata pressione sui salari? Niente affatto!”.

“Un errore storico”

Si constata piuttosto il fatto che in Svizzera ci sono 100’000 posti di lavoro non occupati e 26’000 posti di apprendistato vacanti.

In questo ambito il rifiuto nel 1992 del popolo svizzero allo Spazio economico europeo (SEE) è stato a suo giudizio un “errore storico”. Se la Svizzera avesse aderito all’organizzazione economica, rileva, molti dei problemi che abbiamo attualmente con l’UE sarebbero stati risolti molto tempo fa.

“Il nostro errore – precisa Joseph Deiss – è che ci ostiniamo a pensare, in quanto non membri, di avere il diritto di essere trattati meglio dei membri dell’UE”.

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