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Test a tappeto in Svizzera, ma le aperture restano in bilico

Test nelle scuole in Svizzera.
Test nelle scuole in Svizzera. Keystone / Alexandra Wey

La nuova strategia del Consiglio federale nella lotta contro il Covid-19 si basa sull'intensificazione dei test sulla popolazione per allentare le restrizioni personali ed economiche e accompagnare le riaperture in ambito professionale, ricreativo e nella ristorazione.

Oltre alle tradizionali analisi molecolari (PCR) e rapide che si effettuano nei centri specializzati e nelle farmacie sono previsti i test fai da te, non appena questi saranno in commercio.

In Germania, dove sono già disponibili, sono subito andati a ruba. I primi kit messi in vendita dalla catena di supermercati Aldi sono spariti in poche ore e il sito della concorrente Lidl, dove era possibile effettuare la prenotazione, è collassato di fronte all’elevato numero di richieste. Da lunedì tutti i cittadini tedeschi avranno comunque diritto, per decisione politica, a un test rapido gratuito a settimana nei centri convenzionati mentre nei prossimi giorni saranno di nuovo reperibili i kit nei negozi.

Sul funzionamento dei test rapidi  “fai da te” la spiegazione del TG:

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I test rapidi in Germania: Nei supermercati tedeschi Aldi e Lidl è possibile acquistare un kit a persona contenente cinque test da eseguire a domicilio con tampone nasale a un prezzo variabile da 21,99 ai 24,99 euro. Il risultato viene fornito in 15 minuti. Offerte analoghe saranno proposte dai prossimi giorni anche in altri punti vendita germanici.  

Anche Berna, constatati i ritardi nella campagna di immunizzazione attraverso i vaccini e la stanchezza della popolazione, ha annunciato venerdì di voler perseguire una politica analoga. Ma i test che il Consiglio federale vuole realizzare a tappeto nelle scuole e sui luoghi di lavoro non potranno essere la soluzione definitiva.

Il via libera alla seconda fase di aperture previste per il primo di aprile (bar e ristoranti, attività del tempo libero, allentamento dei limiti per le riunioni tra privati e in pubblico) sarà dato solo se saranno rispettati i criteri enunciati dal governo lo scorso 17 febbraioCollegamento esterno, che restano tuttora validi.

Va in ogni caso sottolineato che non vi sarà alcun automatismo: il 19 marzo il Consiglio federale farà una valutazione complessiva della situazione epidemiologica prima di decidere sulla delicata questione, anche perché, con l’estensione degli esami molecolari e rapidi sui residenti, il numero dei contagi è destinato fatalmente ad aumentare, come riferisce il servizio del TG:

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Criteri per la seconda fase di riaperture: il tasso di positività deve restare al di sotto del 5 per cento; il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva con pazienti COVID-19 non deve superare il 25 per cento; il numero di riproduzione medio negli ultimi sette giorni deve restare inferiore a 1; l’incidenza della malattia calcolata su 14 giorni non dovrà superare quella del 1° marzo (giorno delle prime riaperture).


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