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Commissione del Nazionale: “Ristoranti aperti il 22 marzo”

Sedie accatastate all esterno di un ristorante in centro a Lucerna.
Sedie accatastate all'esterno di un ristorante in centro a Lucerna. Keystone / Urs Flueeler

Bar e ristoranti sono sempre al centro del dibattito in Svizzera sulle misure preventive contro il Covid-19.

La Commissione economia e tributi del Consiglio Nazionale (camera bassa) ha proposto sabato una serie di allentamenti su cui si dovrà esprimersi il plenum. In particolare, ha raccomandato, con 12 voti contro 11 (e un’astensione), di riaprire il prossimo 22 marzo gli esercizi pubblici della ristorazione (su cui mercoledì scorso il governo si era detto solo possibilista alla luce dell’evoluzione epidemiologica futura ) come del resto suggerito anche dalla Commissione sicurezza sociale e sanità della stessa camera.

Strategia più flessibile

Ma i commissari sono andati più in là, chiedendo l’abrogazione del limite di cinque persone per le riunioni tra privati al chiuso, l’accesso delle terrazze per il consumo di cibo d’asporto (take-away) e una pianificazione certa per i grandi eventi culturali e sportivi. A giudizio dell’organo parlamentare, o meglio della sua maggioranza, “non è responsabile tenere ulteriormente sulle spine la vita sociale ed economica”.

La Commissione ha anche deciso di trasmettere al Consiglio federale una dichiarazione con cui viene invitato ad adeguare la sua strategia in funzione della situazione sanitaria, in particolare revocando o alleggerendo le restrizioni attraverso un’intensificazione della campagna vaccinale e screening a tappeto della popolazione.

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Inasprimento della Lex Koller

A giudizio dei deputati il governo deve accentuare l’autonomia in materia dei cantoni, che dovrebbero poter allentare la stretta sulle attività economiche in presenza di un andamento locale favorevole della pandemia. L’esecutivo inoltre dovrebbe poter ordinare restrizioni, quali l’obbligo del telelavoro e la chiusura dei locali pubblici, unicamente in casi eccezionali motivati e per un periodo massimo di 90 giorni.

Ma i commissari sono intervenuti anche su aspetti più propriamente economico-sociali proponendo vincoli all’acquisto di immobili privati e aziendali da parte di stranieri per un periodo di due anni. La misura intende evitare che società o singoli provenienti dall’estero possano lucrare sulle difficoltà in cui versano operatori economici indigeni.

La disoccupazione parziale dovrebbe essere estesa fino alla fine dell’anno per gli assicurati meno abbienti e l’aumento di 66 giorni del numero massimo di indennità, così come avanzato dal Consiglio federale, viene condiviso senza remore.

Polemiche partitiche

Sullo sfondo ci sono poi le polemiche politiche innescate dall’Udc (destra), il cui presidente Marco Chiesa aveva recentemente evocato una dittatura sanitaria guidata dal ministro Alain Berset.

Al collega di partito ha indirettamente risposto sabato il consigliere federale Guy Parmelin secondo il quale è “il popolo ad aver l’ultima parola in Svizzera” e se si parla male delle istituzioni e le si destabilizza, ha continuato il ministro dell’economia, si minaccia il sistema elvetico e questo “è pericoloso”. Sulla stessa linea si è espressa la collega di governo Karin Keller-Sutter.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 27.2.2021)

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