Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
dopo la febbre olimpica, parte oggi quella paralimpica. Sono iniziati infatti i Giochi paralimpici di Parigi, che vedono anche la partecipazione di diverse atlete e atleti rossocrociati. La cerimonia di apertura, durata tre ore, si è tenuta mercoledì sera in Place de la Concorde. 140 ballerine e ballerini, 16 performer, tutti portatori di handicap, si sono esibiti davanti a un pubblico meno folto rispetto a quello per i Giochi olimpici, ma altrettanto entusiasta. Tra gli ospiti illustri, anche l’attore Jackie Chan. Per i prossimi 11 giorni, quindi, le Paralimpiadi saranno l’evento sportivo da seguire.
Se invece lo sport non vi interessa, magari vi può interessare la nostra selezione di notizie del giorno. Buona lettura!
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Più soldi per l’esercito, maggiore cooperazione in materia di difesa con la NATO e revisione della politica di neutralità: sono queste le raccomandazioni principali formulate in un rapporto presentato oggi da un gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale.
La commissione di studio, creata un anno fa dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), ha pubblicato il frutto delle proprie riflessioni, destinate ad arricchire la Strategia di politica di sicurezza 2025, per la quale la Segreteria di Stato per la politica di sicurezza (SEPOS) ha appena iniziato a lavorare.
Nelle 68 pagine del rapporto, la commissione formula un centinaio di raccomandazioni che interessano sette ambiti allo scopo di progettare una politica di sicurezza orientata al futuro. Ciò significa che l’esercito si dovrebbe concentrare maggiormente sulle sue capacità di difesa e che il bilancio per l’esercito venga aumentato fino all’1% del prodotto interno lordo (PIL) entro il 2030.
Nel corso dei suoi lavori, la commissione è anche giunta alla conclusione che l’attuale politica di neutralità andrebbe rivista. In particolare, la maggioranza raccomanda di allineare la politica di neutralità alla Carta dell’ONU e di tenere maggiormente conto della distinzione tra aggressore e vittima. Un’ampia maggioranza si è detta inoltre a favore di una revisione sostanziale della legge sul materiale bellico per poter tenere il passo di questo ulteriore sviluppo della politica di neutralità.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale.
- Il focus di SWI swissinfo.ch sulla neutralità elvetica.
Nel 2023 chi lavorava a tempo pieno in Svizzera – sia come impiegato di un’azienda che come indipendente – ha guadagnato 84’500 franchi. Si tratta di un valore mediano: la metà dei guadagni analizzati era sopra questo valore, l’altra metà era sotto. Lo indicano i dati diffusi oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST) che mettono fra l’altro in luce importanti differenze fra i sessi.
Dall’indagine risulta che il 31% degli uomini attivi al 90% o più percepiva un reddito da lavoro superiore a 104’000 franchi, a fronte del 21% delle donne. La tendenza è invece invertita per quanto concerne le fasce inferiori: il 14% delle lavoratrici ha percepito meno di 52’000 franchi, a fronte del 7% degli uomini.
Andando nei dettagli, un dipendente uomo a tempo pieno incassa 90’000 franchi, una donna 77’300. Si parla sempre di mediane. Fra gli e le indipendenti i rispettivi numeri sono 80’600 e 66’300. Una differenza di genere, seppur meno marcata, viene osservata anche per gli apprendisti (13’000 e 12’300 franchi).
I dati si basano sulla statistica chiamata Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS). Non sono disponibili indicatori regionali: lo stesso UST aveva però fornito nel marzo scorso le informazioni in questione risalenti al 2022, dal quale era emerso che il salario mensile lordo era di 6’788 franchi in Svizzera e di 5’590 franchi in Ticino.
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicato e le cifreCollegamento esterno diffuse dall’UST.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it, un articolo del mio collega Riccardo Franciolli: “Aumenta il divario salariale tra il Ticino e il resto della Svizzera”.
Negli ultimi 10 anni è diminuito in modo preoccupante l’uso del preservativo tra le e gli adolescenti in tutta Europa. A dichiarare di averlo usato nell’ultimo rapporto sono stati solo sei quindicenni su dieci. Di pari passo, è aumentato il rischio di infezioni trasmesse sessualmente, incluse quelle che possono provocare tumori, così come di gravidanze indesiderate e di aborti insicuri.
A lanciare l’allarme è il nuovo rapporto dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, realizzato nell’ambito dello studio Health Behavior in School-aged Children. In questo ambito sono stati interrogati oltre 242’000 quindicenni in 42 Paesi, Svizzera compresa.
Tra il 2014 e il 2022 la percentuale di adolescenti che hanno utilizzato il preservativo durante l’ultimo rapporto è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze. Gli adolescenti provenienti da famiglie poco abbienti hanno dichiarato con maggiore probabilità di non aver usato il preservativo o la pillola contraccettiva durante l’ultimo rapporto sessuale rispetto ai coetanei più benestanti (33% contro il 25%). Rispetto ai livelli del 2014, la diminuzione dell’uso del preservativo è pervasiva e abbraccia più Paesi e regioni, con alcuni che hanno registrato riduzioni più drammatiche di altri.
Nel confronto internazionale, la Svizzera nel 2022 è stata tra i Paesi in cui i e le 15enni usavano il preservativo più frequentemente. Circa il 22% dei ragazzi non aveva utilizzato questo contraccettivo nell’ultimo rapporto sessuale. Tra le ragazze della stessa età, il 28% non lo aveva usato. Il 77% delle 15enni ha anche dichiarato di non ricorrere alla pillola contraccettiva.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- La pagina di Salute sessuale svizzera dedicata alla contraccezioneCollegamento esterno.
- Dagli archivi di RSI Info: “Preservativi gratuiti, i giovani apprezzano”Collegamento esterno.
Un accampamento militare romano di 2’000 anni fa è stato scoperto in Val Sursette, nel canton Grigioni in zona Colm la RungaCollegamento esterno. Esso risale alla stessa epoca del campo di battaglia situato più in basso.
Il ritrovamento archeologico risale all’autunno 2023 da parte di un volontario del Gruppo di lavoro prospezione Svizzera munito di un metal detector. L’uomo si è imbattuto in “una struttura territoriale anomala nei pressi di Colm la Runga, circa 900 metri al di sopra dell’antico campo di battaglia”, si legge in una nota diffusa oggi.
La fortificazione artificiale composta “da tre fossati e un vallo, grazie alla sua posizione strategica, permetteva di controllare in modo ideale le valli e i passi circostanti”, indica il comunicato. A luglio sul sito sono state effettuate analisi geofisiche e documentazioni non invasive. Mentre questo mese, studenti dell’università di Basilea e volontari con metal detector hanno analizzato l’accampamento: fra gli oggetti rinvenuti ci sono armi, parti di armature di soldati romani e ghiande di piombo. Queste ultime hanno il sigillo di una terza legione coinvolta anche nella battaglia presso il Crap SesCollegamento esterno, si legge nella nota. Un dettaglio che fa presumere uno stretto legame tra la battaglia in questione e l’accampamento militare.
La scoperta di Colm la Runga ha una rilevanza internazionale, sottolinea il Cantone dei Grigioni, “perché permette di tracciare con precisione per varie dozzine di chilometri l’avanzata delle forze armate romane di oltre 2’000 anni fa: dalla Bregaglia, attraverso il passo del Settimo fino alla zona di Tiefencastel, e da lì in direzione di Coira e della valle del Reno alpino”.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno inviato dal Cantone dei Grigioni.
- Il canton Grigioni è ricco di insediamenti antichi, come dimostra questo articolo dagli archivi di RSI InfoCollegamento esterno.
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