Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
doveva succedere prima o poi. Vi è mai capitato di vedere una vignetta che mostra come si comportavano i genitori prima e come si comportano oggi quando il loro figlio o la loro figlia porta a casa una pagella con brutti voti? Nel caso del "prima" i genitori sgridano il figlio/la figlia, mentre in quella del "dopo" a prendersi una ramanzina sono gli e le insegnanti. Ecco, ora siamo arrivati a una nuova tappa: secondo un articolo del quotidiano svizzero-tedesco Tages Anzeiger sono sempre di più i genitori che ricorrono alla legge per presentare ricorso contro i voti o le sanzioni disciplinari decide dall'istituto scolastico del pargolo con le quali non sono d'accordo. Ricorsi che hanno comunque una bassa percentuale di successo.
Mi chiedo quale sarà la prossima "trovata" delle mamme e dei papà… contestare quanto scritto nei libri di scuola? Staremo a vedere…
Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.
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Alcune attiviste e attivisti hanno organizzato dei sit-in nel corso della mattinata di mercoledì agli aeroporti di Zurigo e Ginevra. A Kloten tre attivisti di “Act Now!”, gruppo che fa parte di “Extinction Rebellion”, hanno bloccato per una decina di minuti una strada d’accesso all’aeroporto, mentre a Ginevra il sit-in – sempre opera della stessa organizzazione – è durato 15 minuti.
I e le manifestanti hanno innalzato striscioni con le scritte “Il petrolio uccide” e “Eliminare i sussidi alle energie fossili”. L’obiettivo – hanno fatto sapere attraverso i social – era di “protestare contro un Governo che continua a non agire di fronte all’aggravarsi della crisi climatica”.
Analoghe azioni si sono tenute anche in altri scali europei. In Germania, cinque manifestanti appartenenti a “Ultima Generazione” si sono incollati su una pista di rullaggio dell’aeroporto di Colonia/Bonn. Le operazioni di volo sono state sospese per più di un’ora per permettere la rimozione delle persone coinvolte.
In occasione di questo periodo di vacanze, “Ultima Generazione” ha annunciato una serie di manifestazioni in diversi aeroporti di tutto il mondo. Tali mproteste avranno sicuramente conseguenze per viaggiatrici e viaggiatori.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch: “Le proteste per il clima hanno bisogno della disobbedienza civile?”
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Attivisti per il clima: quali sono le conseguenze giuridiche dei loro atti?”
La Banca nazionale svizzera (BNS) dovrebbe aver realizzato un utile compreso fra 50 e 60 miliardi di franchi nel primo semestre del 2024. Lo stimano le esperte e gli esperti di UBS, aggiungendo che, malgrado l’andamento positivo, la distribuzione di profitti alla Confederazione e ai Cantoni nel prossimo anno rimane incerta.
L’istituto centrale presenterà i conti solo la settimana prossima, ma gli economisti e le economiste della banca guidata da Sergio Ermotti già tratteggiano i contorni della situazione, sulla base dell’andamento dei mercati finanziari. In base ai loro calcoli, il secondo trimestre si chiuderà per la BNS con un risultato compreso fra una perdita di 7 miliardi e un guadagno di 3 miliardi. In positivo hanno influito il rialzo dei mercati azionari e l’aumento del prezzo dell’oro, sulla scia delle tensioni geopolitiche, mentre il rafforzamento del franco e il lieve aumento dei tassi d’interesse a lungo termine hanno avuto un impatto negativo.
Insieme all’utile di 59 miliardi conseguito nel primo trimestre, questo dovrebbe portare a un profitto di 50-60 miliardi nella prima metà dell’anno. Ma gli analisti e le analiste dubitano che ciò comporterà nel 2025 quelle elargizioni che in passato avevano fatto la felicità di chi è a capo della Tesoreria dei Cantoni.
Questo perché la BNS deve innanzitutto ammortizzare la perdita di bilancio dello scorso anno, pari a 53 miliardi di franchi, e procedere all’accantonamento delle riserve monetarie. Se si attenesse alla regola stabilita nel 2020, che impone un accantonamento minimo del 10% delle attuali riserve di 115 miliardi di franchi, l’utile annuale dovrebbe toccare i 65 miliardi per permettere una distribuzione minima e addirittura di 105 miliardi per un versamento massimo.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Una spiegazione del funzionamento della distribuzione degli utili della BNSCollegamento esterno sul sito dell’Amministrazione federale delle finanze.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch: Lo Stato “banchiere suo malgrado”.
Lavoratrici e lavoratori svizzeri tendono a negoziare meno sullo stipendio di quanto non succeda in Germania e in Francia. A rivelarlo è uno studio di Michael Page, società specializzata nella ricerca di personale.
I dati rivelano che solo il 30% dei e delle dipendenti ha dichiarato di aver chiesto un aumento di stipendio negli ultimi 12 mesi, a fronte del 40% registrato nei due grandi Paesi vicini. Appena il 66% delle persone interrogate in Svizzera si è dichiarato sicuro o molto sicuro nelle trattative sulla busta paga, rispetto all’80% di Germania e Francia.
Inoltre, chi cerca lavoro nella Confederazione è più pessimista sull’esito della richiesta di un ritocco al salario previsto: il 18% ha rinunciato a chiederlo perché non era ottimista sul risultato (8% nelle altre due nazioni). Rispetto alle e ai candidati tedeschi, quelli svizzeri menzionano un obiettivo salariale specifico solo nel 19% dei casi, rispetto al 41% in Francia e Germania. Più della metà (58%) preferisce optare per una fascia retributiva piuttosto che negoziare una cifra esatta.
“I candidati tendono a non parlare delle loro aspettative salariali perché spesso questo argomento è considerato un tabù nel processo di candidatura. È quindi importante che i datori di lavoro guidino in modo proattivo la discussione sui diversi elementi della retribuzione. Devono mostrare come vengono fissati gli stipendi in azienda e se ci sono opportunità di aumenti legati ai risultati”, afferma Yannick Coulange, direttore generale di PageGroup Svizzera, il gruppo che controlla il marchio Michael Page, citato in un comunicato.
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno di Michael Page (in tedesco).
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “La Svizzera e il tabù dei salari”.
Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver invitato le parti in guerra in Sudan a tenere colloqui per il cessate il fuoco il mese prossimo in Svizzera. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Washington ha invitato l’esercito regolare e le forze paramilitari di supporto rapido ad avviare negoziati il 14 agosto nella Confederazione. Tal informazioni sono state confermate dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Nel luglio 2024, gli USA “hanno chiesto il sostegno della Svizzera per l’organizzazione e la conduzione dei colloqui guidati dagli Stati Uniti tra le parti in conflitto al fine di raggiungere un cessate il fuoco”, scrive il DFAE, che afferma di accogliere con favore tutti gli sforzi per risolvere la guerra attraverso i negoziati.
Da oltre un anno in Sudan infuria una sanguinosa lotta per il potere tra il capo di Stato de facto Abdel Fattah al-Burhan e il suo ex vice Mohamed Hamdan Daglo, comandante delle forze paramilitari di supporto rapido. Il conflitto ha causato decine di migliaia di morti e spinto quasi 10 milioni di persone a fuggire dalle loro case. La popolazione è inoltre attualmente minacciata dalla carestia.
In un post su X, Daglo ha reso noto di aver “accolto con favore” l’invito di Blinken. “Dichiaro la nostra partecipazione ai prossimi colloqui per il cessate il fuoco il 14 agosto 2024, in Svizzera”, ha scritto il comandante paramilitare.
- La notizia riportata dal portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Il focus di SWI swissinfo.ch sui buoni uffici della Confederazione.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “I buoni uffici della Svizzera”.
- Dialogo SRG SSR: “La neutralità svizzera ha un futuro?”
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