BNS verso un utile di 50-60 miliardi, ma la distribuzione ai Cantoni è in forse
La Banca nazionale svizzera (BNS) dovrebbe aver realizzato un utile compreso fra 50 e 60 miliardi di franchi nel primo semestre di quest'anno.
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Keystone-ATS
Lo stimano gli economisti di UBS, aggiungendo che malgrado l’andamento positivo, la distribuzione di profitti alla Confederazione e ai Cantoni nel prossimo anno rimane incerta.
L’istituto centrale presenterà i conti solo la settimana prossima, ma gli esperti e le esperte della banca guidata da Sergio Ermotti già tratteggiano i contorni della situazione, sulla base dell’andamento dei mercati finanziari.
In base ai loro calcoli il secondo trimestre si chiuderà per la BNS con un risultato compreso fra una perdita di 7 miliardi e un guadagno di 3 miliardi. In positivo hanno influito il rialzo dei mercati azionari e l’aumento del prezzo dell’oro, sulla scia delle tensioni geopolitiche, mentre hanno avuto un impatto negativo il rafforzamento del franco e il lieve aumento dei tassi d’interesse a lungo termine.
Insieme all’utile di 59 miliardi conseguito nel primo trimestre, questo dovrebbe portare a un profitto di 50-60 miliardi nella prima metà dell’anno. Ma è dubbio che ciò comporterà nel 2025 quelle elargizioni che in passato avevano fatto la felicità dei tesorieri dei Cantoni. Questo perché la BNS deve innanzitutto ammortizzare la perdita di bilancio dello scorso anno, pari a 53 miliardi di franchi, e procedere all’accantonamento delle riserve monetarie. Se si attiene alla regola stabilita nel 2020 di un accantonamento minimo del 10% delle attuali riserve di 115 miliardi di franchi, per arrivare a una distribuzione minima l’utile annuale dovrebbe essere di 65 miliardi e per un versamento massimo addirittura di 105 miliardi.
Inoltre i forti risultati del primo semestre non possono essere proiettati sul resto dell’anno, mettono in guardia gli specialisti e le specialiste di UBS. Le azioni globali hanno guadagnato l’11% nella prima metà del 2024, una percentuale ben al di sopra della media annuale a lungo termine di poco più del 6%, mentre l’indebolimento del franco ha contribuito in modo significativo al guadagno, con 30 miliardi nel primo gennaio-giugno. Se nella seconda metà dell’anno la Federal Reserve statunitense e la Banca centrale europea taglieranno significativamente i loro tassi d’interesse di riferimento è probabile che la moneta elvetica si apprezzi notevolmente rispetto all’euro e al dollaro USA, cosa che rappresenta un rischio considerevole per il risultato della BNS nei prossimi trimestri, concludono gli analisti e le analiste.
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