La televisione svizzera per l’Italia
aerei militari "posteggiati" in autostrada

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

sta facendo molto discutere il manifesto della prossima edizione del Locarno Festival. La firma è di quelle importanti: la fotografia che vede protagonista un ghepardo (animale simbolo della kermesse cinematografica) dietro al quale si vede uno scorcio di paesaggio sul Lago Maggiore è opera della celebre fotografa Annie Leibovitz, che nel corso della sua carriera ha collaborato con star del calibro di John Lennon, Leonardo di Caprio o ancora la regina Elisabetta. L'immagine, però, sembra non piacere ai più: sui social c'è chi dice che sembra essere stata creata dall'IA, chi commenta "sembra un Pesce d'aprile" o, ancora, chi, citando un celebre film di Aldo, Giovanni e Giacomo, scrive "Il mio fotografo con 30'000 lire la faceva meglio". De gustibus non disputandum est, quindi, se siete curiose/i, su questa pagina potete vedere l'immagine e decidere se vi piace o meno.

Ora invece vi lascio alla lettura delle notizie del giorno. 

aerei militari "posteggiati" in autostrada
Keystone / Peter Schneider

Ci sono cose più svizzere di altre e veder atterrare dei jet militari da combattimento su una strada che si percorre tutti i giorni in auto per recarsi al lavoro, per esempio, fa parte di queste peculiarità rossocrociate. È successo proprio oggi nel canton Vaud, quando quattro F/A-18 sono atterrati sull’autostrada A1 tra Payerne e Avenches

Per l’esercitazione battezzata “Alpha Uno”, il tratto di autostrada in questione è stato chiuso da martedì sera e lo rimarrà fino a giovedì mattina. Il guardrail centrale è stato rimosso e sulla carreggiata è stata applicata una segnaletica speciale. L’ultimo evento simile si era svolto nel 1991 nei pressi di Lodrino

Questo tratto dell’A1 è stato scelto per il suo collegamento diretto con l’aeroporto militare di Payerne, ma anche perché, al momento della sua costruzione nel 1995, era stato predisposto per accogliere gli aerei da combattimento. Inoltre, il volume di traffico è inferiore a quello di altre tratte autostradali e c’è la possibilità di organizzare percorsi alternativi. 

Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, ha spiegato che l’esercitazione, a cui ha partecipato un numero di militari non precisato per motivi di sicurezza, è necessaria poiché attualmente tutti i mezzi delle Forze aeree sono concentrati in soli tre aerodromi militari – Payerne (canton Vaud), Meiringen (canton Berna) ed Emmen (canton Lucerna) – fatto questo che li rende vulnerabili ai sistemi d’arma avversari a lunga gittata. Per questo motivo sono state testate alternative a livello operativo nell’eventualità che non siano disponibili i tre aeroporti citati

scritta KLIMAKRISE (crisi climatica) su marciapiede di ponte sopra fiume in piena
Le Anziane per il clima hanno “contestato con forza” la risoluzione. KEYSTONE

Non c’è alcun motivo per dar seguito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (CEDU) contro la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale. È quanto ritiene il Consiglio degli Stati (la Camera alta del Parlamento elvetico), che – su richiesta della sua Commissione degli affari giuridici (CAG-S) – ha adottato oggi con 31 voti contro 11 e 2 astensioni una dichiarazione non vincolante in tal senso che invita il Consiglio federale ad attivarsi presso il Consiglio d’Europa per far conoscere la posizione della Confederazione. Il Consiglio nazionale deciderà su un testo analogo tra una settimana. 

Nella dichiarazione, intitolata “Una protezione efficace dei diritti fondamentali da parte dei tribunali internazionali piuttosto che l’attivismo giudiziario”, si afferma che la sentenza a favore delle Anziane per il clima “oltrepassa i limiti dell’interpretazione dinamica” e che la Corte, così facendo, “travalica i limiti dello sviluppo del diritto concessi a un tribunale internazionale“. 

Nel testo della dichiarazione si legge anche che Berna “non vede alcuna ragione per dare ulteriore seguito alla sentenza” dato che “gli sforzi precedentemente e attualmente profusi dalla Svizzera in materia di politica climatica soddisfano i requisiti in materia di diritti umani formulati nella sentenza”. 

Oggi, in aula, il verdetto è stato criticato in particolare dal presidente della CAG-S, il socialista zurighese Daniel Jositsch. Pur non mettendo in dubbio l’importanza della CEDU, Jositsch – che è professore di diritto all’università di Zurigo – ha sottolineato che “siamo preoccupati del fatto che la corte sia andata oltre le sue competenze, ossia la protezione dei diritti individuali dallo Stato, creando di fatto nuovi diritti umani in ambito climatico, ciò che non le compete”. 

pista da sci
Keystone / Jean-Christophe Bott

La procura di Aosta ha chiuso l’inchiesta sui lavori per la pista italo-svizzera Zermatt-Cervinia che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino nel 2022 e nel 2023. Stando a quanto riporta l’agenzia ANSA, il pubblico ministero Giovanni Roteglia contesta la realizzazione senza autorizzazione di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio lungo 330 metri e largo 8. 

Secondo gli inquirenti, si tratta di una pista di collegamento tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosa, che non risulta nei progetti autorizzati. A essere indagati sono Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino SPA, società che gestisce le piste italiane, il suo predecessore Herbert Tovagliari, l’operatore della pala meccanica che ha scavato e lo svizzero Franz Julen, presidente del comitato organizzatore. 

Gli accertamenti erano scattati su iniziativa della stessa procura dopo le notizie emerse nell’autunno 2023 in merito alle polemiche per i lavori sul versante elvetico del tracciato, dove hanno giurisdizione le autorità svizzere. La pista Gran Becca parte a 3’720 metri di quota della Gobba di Rollin, in Svizzera, e arriva ai 2’835 metri dei Laghi di Cime Bianche, con un percorso per lo più su ghiacciaio e per due terzi in territorio italiano.  

Alla fine, però, non c’è nemmeno stato un utilizzo delle piste. Previste per due anni consecutivi, le discese libere maschili e femminili lungo la Gran Becca non si sono mai disputate: nell’autunno 2022 per la mancanza di neve, l’anno successivo per la troppa neve e il forte vento. Per il 2024 le gare non sono state inserite nel calendario della federazione internazionale. 

operaio cammina su strada, immagine distorta dal calore
KEYSTONE

A partire da una temperatura di 33 gradi l’attività dei cantieri dovrebbe essere interrotta, mentre i committenti sono chiamati ad accettare termini di consegna dei lavori più lunghi, senza esigere alcuna penale. È quanto auspicano i sindacati e il padronato nel settore dell’edilizia per proteggere la salute dei lavoratori in modo efficace e facilmente attuabile nel caso dei sempre più frequenti e intensi episodi di canicola. 

Negli scorsi anni si è assistito a un aumento dei periodi di caldo estremo in estate, affermano in un comunicato congiunto Unia, Syna e Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC). Secondo la SUVA – l’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni – svolgere lavori fisici pesanti in condizioni di caldo estremo e sotto il sole cocente non è solo faticoso, ma comporta anche un aumento del rischio di infortuni, colpi di calore e altri problemi di salute. 

Concretamente viene proposto un approccio per gradi: finché è possibile i lavori dovranno proseguire e anche gli operai saranno chiamati ad assumersi la loro responsabilità individuale, utilizzando costantemente i dispositivi di protezione, ma a partire da una determinata temperatura i lavori all’aperto eseguiti in luoghi non costantemente ombreggiati dovranno essere interrotti. Questo avverrebbe “quando MeteoSvizzera prevede in modo oggettivo e localizzato una temperatura di 33 gradi e oltre”. 

“In questi casi i committenti edili e le imprese generali devono prorogare di conseguenza i termini di consegna dei lavori e rinunciare a far valere le penali, che costringono le imprese edili a scegliere tra la protezione della salute e il rigoroso rispetto delle scadenze”, affermano Unia, Syna e SSIC. 

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