Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
nella Confederazione si sta diffondendo la (disdicevole) moda negli ambienti della criminalità di far saltare i bancomat. La Procura federale ha sul suo tavolo una settantina di procedimenti al riguardo.
Il problema è che una volta fatto il colpo i malviventi di solito si rendono irreperibili all'estero. È il caso dell'imputato condannato dal Tribunale penale federale a 5 anni e 4 mesi di detenzione per aver fatto esplodere, con un complice, due bancomat a Sevelen (San Gallo) e Neftenbach (Zurigo) nel dicembre 2019, da cui sono spariti 233'000 franchi. Per sua sfortuna è stato estradato dalla Danimarca, dove si è reso protagonista di un episodio analogo, e ora dovrà scontare la pena in carcere.
Parte delle banconote sottratte, ha detto l'imputato davanti alla corte, è bruciata nel botto. Di soldi, comunque, parliamo anche nelle prossime notizie dalla Confederazione che vi invitiamo a leggere.
Le persone straniere, soprattutto quelle prive dei permessi di soggiorno, sono particolarmente vulnerabili nell’ambito delle violenze che vengono perpetrate tra le mura di casa. Per questo motivo la Camera alta ha adottato un progetto di legge che concede loro il diritto di regolarizzare la loro posizione.
In concreto si tratta di estendere alle vittime di maltrattamenti alcune tutele previste dalla Legge federale sugli stranieri in caso di divorzio. Viene infatti prolungato già ora il diritto di risiedere in Svizzera se l’unione è durata almeno 3 anni e la persona interessata è ben integrata.
La novità è data dal fatto che anche i familiari delle straniere e degli stranieri titolari di un permesso di dimora, anche provvisorio, che hanno subito violenze potranno chiedere di rimanere nella Confederazione (queste regole si applicheranno anche ai conviventi e ai loro figli).
La condizione proposta dall’Unione democratica di centro (UDC, destra) consiste nell’obbligo, per le vittime, di rispettare i criteri di integrazione durante i tre anni di proroga del permesso di soggiorno. La riforma torna ora all’altra Camera per appianare le divergenze residue.
- La notizia pubblicata su ticinonews.chCollegamento esterno.
- Ne parla anche blue NewsCollegamento esterno.
- Un sitoCollegamento esterno messo a punto dai Cantoni per prevenire il fenomeno della violenza domestica.
L’ampia diffusione delle criptovalute ha provocato un significativo incremento dei rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo. Lo rivela il rapporto pubblicato oggi dalla Polizia federale (fedpol).
Nel 2022 quasi il 14% delle segnalazioni inviate dagli intermediari finanziari all’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio (MROS) erano collegate a valute virtuali, con importi globali che sono lievitati a svariate decine di milioni di franchi.
Ciò è dovuto, spiega fedpol, alla crescente integrazione dei patrimoni digitali (virtual asset) nelle tradizionali piattaforme di pagamento, che rende la delimitazione tra il settore finanziario e le criptovalute sempre più fluida. Una vera e propria manna per la criminalità che utilizza le valute virtuali per molteplici attività delittuose, dai furti e le truffe al riciclaggio internazionale e il terrorismo.
Per ridurre i rischi l’Ufficio federale di polizia propone di intensificare la collaborazione tra Stati, di incoraggiare gli intermediari a notificare transazioni sospette e di aumentare le conoscenze in materia di criprovalute.
- L’articolo di tvsvizzera.it sul rapporto della Polizia federale.
- La versione di tio.chCollegamento esterno sul medesimo oggetto.
- La notaCollegamento esterno della fedpol.
Sempre in tema di reati economici c’è oggi da registrare l’estesa corruzione con la quale sono confrontate le imprese elvetiche che operano all’estero: una su tre ammette di aver versato tangenti e questo malcostume è addirittura in crescita.
Circa la metà (52%) delle 539 società interpellate nell’ambito della ricerca condotta da Transparency International Svizzera e dalla Scuola universitaria professionale dei Grigioni (FHGR), afferma di essere stato coinvolto direttamente in episodi di pagamenti informali. Il 63% di queste ha riconosciuto di aver dato seguito alle richieste di bustarelle, percentuale che sale all’85% per le imprese che lavorano con parti terze. A tale scopo le aziende destinano il 5,6% del loro fatturato conseguito nel Paese in cui operano.
Che questo fenomeno sia difficilmente eludibile lo dimostra il fatto che una impresa su quattro sostiene di aver perso mandati pubblici o provati negli ultimi due anni a favore di un concorrente ritenuto corrotto mentre una su sette ha rinunciato ad accedere a un determinato mercato per non essere costretta a versare tangenti, in particolare, stando alle loro dichiarazioni, in Russia, Iran, Bielorussia e Ucraina. Il 12% lo ha dovuto lasciare per lo stesso motivo (è avvenuto in Russia, Iran, Azerbaijan, Angola e Cina).
La prevenzione di questo malcostume è lacunosa: la metà delle società non dispone né di una formazione specifica per il personale, né di organismi indipendenti. Del resto in 20 anni solo 11 imprese svizzere sono state condannate in via definitiva per casi di corruzione conclamata.
- La notizia riferita da blue NerwsCollegamento esterno.
- L’articolo della collega Katy Romy sull’atteggiamento di Berna riguardo alla corruzione tra le grandi imprese.
- Il comunicatoCollegamento esterno di Transparency Svizzera (in francese).
Una coppia di anziani, un uomo di 75 anni e una donna di 61, che vive a Berna ha accumulato un patrimonio di diversi milioni di franchi nonostante avesse dichiarato alle autorità di vivere in indigenza e ottenuto generosi sussidi per anni.
La Procura gli contesta ora truffe di varia natura per 17 milioni di franchi, attuate attraverso frodi a livello di pignoramento, frodi accertate e tentate e falsità in documenti. All’Ufficio esecuzione e fallimenti avevano dichiarato di essere nullatenenti ma gli inquirenti hanno stimato beni riconducibili a loro per diversi milioni.
Nell’abitazione della coppia sono stati rinvenute diverse auto, 180 borse di lusso, attrezzature da golf, una collezione di vini pregiati e oltre una mezza dozzina di pellicce che sono state tutte sequestrate. Gli inquirenti hanno anche bloccato alcuni conti bancari per un ammontare di oltre 1,5 milioni.
Tra le imprese in cui i due si sono distinti, oltre al godimento fraudolento di prestazioni complementari e dell’assistenza sociale, figura la falsificazione di tessere da esibire nei parcheggi per disabili.
- La notizia riportata da tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno della polizia cantonale di Berna su questo caso.
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