Centrale nucleare di Leibstadt, i vicini ricorrono al TAF
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Una quindicina di persone residenti nei pressi della centrale nucleare di Leibstatdt (canton Argovia), sia in Svizzera che nella limitrofa Germania, hanno inoltrato un ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF).
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La querela è rivolta contro il gestore dell’impianto e il Dipartimento federale dell’ambiente e dell’energia (DATEC) che, a loro avviso, non hanno rispettato Convenzioni internazionali secondo cui, in caso di sfruttamento a lungo termine di impianti nucleari, va realizzato un esame dell’impatto sull’ambiente (EIA).
Dopo 40 anni di servizio, il 15 dicembre la centrale argoviese, che sorge sulla sponda sinistra del Reno tra Leibstadt e Dogern (Germania), è entrata nella fase di esercizio a lungo termine, ricordano in un comunicato diramato in concomitanza con l’inizio di una conferenza stampa Schweizerische Energie-Stiftung (SES, fondazione svizzera per l’energia), Greepeace Svizzera e l’associazione trinazionale di protezione nucleare (TRAS/ATPN, con denominazione ufficiale in tedesco, Trinationaler Atomschutzverband, e francese, Association Trinationale de Protection Nucléaire). I tre enti sostengono i 15 vicini nel loro procedimento giudiziario.
Nel febbraio dello scorso anno, gli abitanti della zona si sono rivolti al DATEC. Secondo il diritto internazionale, prima di poter dare avvio allo sfruttamento a lungo termine, i gestori dell’impianto devono effettuare un EIA transfrontaliero, garantendo la partecipazione della popolazione interessata, si legge nella nota. Ciò è previsto dalle Convenzioni di Espoo e di Aarhus, firmate dalla Svizzera.
Non avendo ricevuto alcuna risposta ufficiale o esame d’impatto degno di questo nome, all’inizio di dicembre i vicini hanno presentato un reclamo per ritardo giuridico. Il DATEC ha poi esaminato e respinto la querela. Con il ricorso al TAF, gli abitanti della zona si oppongono alla decisione del Dipartimento.
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