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La centrale nucleare di Beznau resterà in funzione fino al 2033

axpo
Axpo, che gestisce la centrale, ha comunicato la sua decisione il 5 dicembre. Keystone-SDA

Le centrali nucleari Beznau 1 e Beznau 2, in territorio di Döttingen (canton Argovia), dovrebbero continuare a produrre elettricità per altri otto o nove anni.

Il gruppo Axpo, gestore degli impianti, ha deciso che Beznau 2 continuerà a funzionare fino al 2032 e Beznau 1 fino al 2033, indica un comunicato pubblicato giovedì. Beznau 1 è già ora la centrale nucleare più vecchia del mondo ancora in funzione. Successivamente i due blocchi saranno disattivati e spenti. Beznau conterà quindi 64 anni di produzione di energia elettrica al momento della chiusura.

La decisione fa seguito a esami “approfondite”, scrive Axpo. Nel processo sono stati coinvolti specialisti esterni, fornitori e l’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN). “La sicurezza è stata la priorità assoluta” in vista della decisione.

Utile di Axpo dimezzato

Il gruppo ha reso note giovedì anche le cifre dell’esercizio 2023/2024 (chiuso a fine settembre): l’utile netto di 1,5 miliardi di franchi risulta dimezzato rispetto ai 3,4 miliardi dell’esercizio precedente. I ricavi si sono contratti da 10,5 a 7,6 miliardi, ha indicato il colosso energetico in mani pubbliche che due anni or sono è stato vicino al tracollo. Per gli azionisti – Cantoni e società elettriche – arriveranno ora centinaia di milioni in dividendi.

“Abbiamo ottenuto anche quest’anno un buon risultato, uno dei migliori della storia aziendale”, scrivono i vertici in un comunicato odierno. Il calo rispetto all’esercizio precedente si spiega con il fatto che il 2022/2023 era stato caratterizzato da effetti straordinari che non si sono riprodotti.

Evitato il fallimento

Come si ricorderà nel settembre 2022 la società aveva rischiato il crollo: era infatti stata oggetto di un piano di salvataggio da parte della Confederazione, che aveva attivato una linea di credito di 4 miliardi di franchi per evitare che l’azienda, alle prese con le turbolenze del mercato dell’elettricità dovute fra l’altro all’onda lunga della guerra in Ucraina, si trovasse in una situazione di insolvenza.

L’impresa non ha però mai fatto capo a questo prestito – attivato inizialmente dal Consiglio federale al di fuori dell’ordinamento giuridico vigente, in base al diritto di necessità (un approccio che poi sarà applicato anche per Credit Suisse), perché giudicava Axpo di importanza sistemica – e aveva quindi chiesto che fosse revocato. Ciò è avvenuto nel dicembre 2023.

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Concretamente questo ha avuto per effetto che l’impresa ha potuto tornare a versare dividendi agli azionisti e bonus ai dirigenti. Il consiglio di amministrazione propone quindi ora di corrispondere un dividendo ordinario per complessivi 241 milioni, a cui si aggiungerà un’elargizione straordinaria di 429 milioni. Questo dopo che negli ultimi due esercizi non era stato effettuato alcun pagamento e alla luce del buon risultato e della solida base di capitale, spiega la dirigenza.

Gruppo con sede a Baden (canton Argovia), Axpo produce e distribuisce energia in Svizzera e in 30 paesi europei, del Nordamerica e dell’Asia. Ha più di 7000 dipendenti e gestisce oltre cento impianti elettrici (fra cui al 100% le due centrali nucleari di Beznau, entrate in funzione nel 1969 e 1971). Le radici dell’azienda risalgono a oltre 100 anni or sono, ma la società in sé stessa è stata fondata nel 2001 ed è in mani interamente pubbliche: i proprietari sono diversi cantoni della Svizzera nordorientale (Zurigo, Argovia, Sciaffusa, Zugo e Glarona) e le rispettive società elettriche.

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