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Mosca protesta con Berna per il piano di confisca dei beni statali

vista del cremlino
Il Cremlino fa la voce grossa con la Svizzera. KEYSTONE

L'ambasciatrice svizzera in Russia, Krystyna Marty Lang, è stata convocata martedì al Ministero degli esteri, che le ha inoltrato una nota di protesta in merito alla recente decisione del Parlamento elvetico di incaricare il Governo dell'elaborazione di una base legale per confiscare i beni dello Stato russo.

La Russia – si legge nella nota diramata dal Ministero degli esteri – “condanna con forza questo passo, che viola grossolanamente i principi fondamentali e le norme della legge internazionale riguardanti l’immunità degli Stati”.

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“Ogni violazione della proprietà statale russa”, ha avvisato la diplomazia di Mosca, rappresenterebbe “un furto di Stato” e “misure di ritorsione da parte russa sarebbero inevitabili”.

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Bloccati circa 7,4 miliardi di franchi

Giovedì scorso, la Camera dei Cantoni aveva approvato cinque mozioni, dal tenore uguale, che chiedono al Consiglio federale di adottare le misure necessarie affinché, a livello internazionale, vengano elaborate le basi giuridiche necessarie che consentano di trasferire legalmente all’Ucraina (e più in generale a qualunque Paese aggredito in violazione del diritto internazionale) i fondi legati allo Stato aggressore congelati a seguito delle sanzioni.

In Svizzera sono attualmente bloccati circa 7,4 miliardi di franchi riconducibili alla Banca centrale della Federazione russa.

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