La digitalizzazione in Svizzera non protegge abbastanza la privacy
Secondo Mister Dati, la Confederazione può fare di più per proteggere la privacy della sua cittadinanza nel settore della digitalizzazione.
I progetti della Confederazione nel settore della digitalizzazione sottovalutano la protezione della personalità, il principio di trasparenza e lo Stato di diritto. Ne conseguono ritardi che potrebbero essere evitati. Lo afferma Mister Dati, Adrian Lobsiger, nel suo ultimo rapporto pubblicato martedìCollegamento esterno.
L’Incaricato federale della protezione dei dati e per la trasparenza (IFPDT) fa l’esempio dell’introduzione del registro degli aventi economicamente diritto cui sono tenute a registrarsi le persone giuridiche e destinato alla lotta contro la criminalità. Lobsiger afferma di aver sollecitato invano l’Amministrazione a formulare in modo esaustivo gli scopi di questo registro e la fondatezza degli attacchi alla personalità delle persone iscritte.
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Lobsiger ha anche evocato il progetto di interconnessione dei sistemi di polizia cantonali attraverso una piattaforma gestita in partenariato con la Confederazione. “Malgrado l’urgenza del progetto non è ancora chiaro in cosa consiste il coinvolgimento della Confederazione” e quali sono i dati cantonali a cui accederanno gli organi federali di polizia, afferma.
L’Incaricato ha inoltre individuato necessità di miglioramento per quel che concerne la trasparenza: per poter far fronte al crescente numero di domande, le autorità federali dovrebbero migliorare l’accessibilità ai documenti. Annerendo automaticamente (e non manualmente, ndr) i contenuti che devono esserlo si velocizzerebbe l’intera procedura. Mister Dati ha anche criticato il fatto che in alcuni settori dell’Amministrazione si tenda a escludere, del tutto o in parte, l’applicazione della Legge sulla trasparenzaCollegamento esterno.
Meta sospende i suoi modelli di IA in Svizzera
In occasione della presentazione del rapporto annuale, Mister Dati ha anche annunciato che Meta ha sospeso i suoi modelli di intelligenza artificiale (IA) anche in Svizzera, come nel resto dell’Europa.
Il colosso tecnologico, ricordiamo, intendeva usare i dati degli utenti di Facebook e Instagram per allenare l’IA. “Non avendo considerato in modo tempestivo e adeguato le ripercussioni sulla sfera privata dei suoi clienti, Meta ha dovuto abbandonare il suo progetto”, afferma Lobsiger.
La settimana scorsa la Commissione irlandese per la protezione dei dati aveva detto di “accogliere con favore la decisione di Meta di sospendere i suoi piani per addestrare il suo ampio modello linguistico utilizzando contenuti pubblici condivisi da adulti su Facebook e Instagram in tutta l’UE/SEE”. Tale sospensione riguarda, come detto, anche la Svizzera.
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