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La comunità israelita svizzera denuncia il crescente antisemitismo

ebreo in sinagoga
Dallo scoppio del conflitto a Gaza, l'immagine percepita degli ebrei in svizzera è peggiorata. Keystone / Gaetan Bally

La Federazione svizzera delle comunità israelite, riunita in assemblea, ha invitato Berna a vietare Hamas.

La Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) “condanna fermamente l’atto terroristico di Hamas e i relativi tentativi di minimizzazione”. Chiede anche che Parlamento e Consiglio federale attuino rapidamente il divieto dell’organizzazione palestinese e invita Berna a impegnarsi maggiormente per la liberazione degli ostaggi a Gaza.

Questo il contenuto di una risoluzione approvata domenica da un’ampia maggioranza dell’assemblea dei delegati svoltasi nella capitale federale, nella quale viene espressa anche solidarietà al popolo israeliano e viene ribadito che il diritto di autodeterminazione di Israele non è negoziabile.

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“Allo stesso tempo, si esprime il rammarico per le grandi sofferenze della popolazione civile causate da questa guerra scatenata da Hamas. La pace e la sicurezza devono essere ricercate per la popolazione israeliana, per i palestinesi e per l’intera regione”, si legge in un comunicato diffuso nella serata di domenica dalla FSCI.

Crescente antisemitismo

I delegati si aspettano inoltre che l’Esecutivo federale e i Cantoni adottino misure efficaci per contrastare il crescente antisemitismo, anche nelle scuole universitarie. “Dopo l’iniziale solidarietà per gli attentati, il clima è cambiato improvvisamente. C’è una situazione politica a migliaia di chilometri da qui che porta molti ad accusarci di colpe cui siamo estranei, lo si vede soprattutto nelle università. Molti di noi subiscono questa situazione”, ha spiegato uno dei partecipanti all’assemblea ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI.

“La cosa più difficile da far capire è la posizione degli ebrei svizzeri”, gli fa eco un altro membro della comunità. “Vediamo ovunque manifestazioni ed esternazioni che vanno contro i principi di una convivenza pacifica”.

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