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Impulsi laser per valutare il pericolo di valanghe

Una valanga.
I laser scanner forniscono dati direttamente dalle potenziali aree di distacco delle slavine, garantendo una base migliore per valutare se strade o piste debbano essere chiuse. Keystone / Jean-Christophe Bott

L'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos sta sviluppando un sistema laser per valutare meglio il pericolo di valanghe lungo le vie di comunicazione.

I nuovi dispositivi dovrebbero permettere ridurre la durata delle chiusure di strade e ferrovie. Secondo una nota diramata mercoledì dall’IstitutoCollegamento esterno, dopo una prima stagione invernale di test, i risultati sono promettenti. L’esperimento, condotto nei pressi del comprensorio sciistico dello Jakobshorn, a sud di Davos, ha utilizzato due dispositivi laser per monitorare un pendio esposto a nord, noto per le sue valanghe.

I laser scanner forniscono dati direttamente dalle potenziali aree di distacco delle slavine, garantendo una base migliore per valutare se strade o piste debbano essere chiuse. Finora queste decisioni si basavano su dati meteorologici, masse nevose, bollettini delle valanghe, osservazioni locali e l’esperienza personale degli addetti ai lavori.

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Monitoraggio a cadenza oraria

Ora i laser scanner misurano anche la distribuzione dell’altezza della neve nelle aree soggette a valanghe, con una precisione al decimetro e a cadenza oraria. I costi, circa 30’000 franchi per due stazioni di misurazione, sono considerati relativamente bassi.

Le apparecchiature utilizzate, chiamate LiDAR, sono impiegate anche nell’industria automobilistica per i sistemi di assistenza alla guida. Utilizzano impulsi laser per misurare la distanza dagli oggetti e l’intensità della luce riflessa.

“L’elevato potenziale del sistema è già evidente”, afferma l’esperta di geomatica (disciplina che si occupa di acquisire, modellizzare, e interpretare informazioni georeferenziate) dell’SLF Pia Ruttner-Jansen nel comunicato stampa. Il prossimo inverno, l’Istituto intende sfruttare i risultati ottenuti per progettare ulteriori stazioni di misurazione in una seconda località, preferibilmente su un pendio esposto a sud.

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