Il crollo dei fedeli mette in crisi la fabbricazione di ostie
La decina di conventi in Svizzera che le producono le ostie devono fare i conti con il crollo dei fedeli della Chiesa cattolica.
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tvsvizzera.it/fra
“Quando qui al convento vengono in visita dei bambini, ci dicono che sarebbe meglio se le ostie contenessero del cioccolato. Ma poi spieghiamo loro che si tratta di pane sacro, che deve essere prodotto secondo la legge canonica: quindi solo con acqua e farina, perché deve ricordare l’ultima cena”.
Suor Dominique è la priora del convento domenicano Maria Zuflucht di Weesen, nel canton San Gallo. Lei sa bene come si prepara il pane azzimo che i sacerdoti consacreranno e offriranno ai fedeli nel sacramento dell’Eucarestia: lo cucina da trent’anni e il Dominikanerinnenkloster Maria Zuflucht fa parte di quella decina strutture religiose che, in Svizzera, producono ancora ostie.
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Si tratta di una lunga tradizione che, tuttavia, rischia di sparire se i fedeli nelle chiese dovessero continuare a diminuire. Si stima infatti che solo lo scorso anno, oltre 34’000 persone abbiano abbandonato la Chiesa cattolica.
Produzione è laboriosa
La ricetta è molto semplice, ma nello stesso tempo piuttosto laboriosa, spiega alla RSI la responsabile della produzione, suor Consiglia: “Noi siamo monache contemplative, e questo è davvero un lavoro contemplativo oltre che manuale: iniziamo con un impasto e poi usiamo una macchina che cuocerà la pasta creando delle placche. Placche che verranno poi umidificate in un’apposita stanza e, in seguito, tagliate con una macchina speciale”. È alla fine di questo procedimento che prendono forma le ostie rotonde, “quelle piccole per il popolo, quelle un po’ più grandi per il sacerdote”.
Una lunga tradizione
La tradizione nel convento sulle rive del Walensee dura da un secolo. La richiesta negli ultimi decenni è però stagnante. “Dal 2015 abbiamo ricevuto ordini da altre 180 parrocchie circa, che prima si rifornivano da un altro monastero che tuttavia ha nel frattempo messo fine alla produzione di ostie – rivela suor Consiglia –. Negli anni ’80 rifornivamo 100 parrocchie, oggi sono il triplo, ma la produzione è rimasta invariata”. Questo poiché, appunto, il numero di fedeli è crollato.
Preoccupa la crisi della fede
Durante le festività come Pasqua e Natale la domanda aumenta leggermente, ma la tendenza non cambia. Uno sviluppo che preoccupa le monache, non solo per l’introito importante che va via via perdendosi. “Se i fedeli non vanno più in chiesa diminuisce il numero di ostie da produrre, ma a mancare è soprattutto la fede e questa è la nostra più grande preoccupazione”, si rammarica suor Consiglia.
Anche per invertire questa tendenza, lei avrebbe una ricetta: “Percepire le necessità della gente, che cerca comunque il sacro e il ritirarsi nel silenzio. È qui che noi siamo chiamati a dare una risposta: nel futuro questo potrebbe essere un nuovo compito che, qui a Weesen, potremmo assumerci”.
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