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Il Centre Patronal chiede l’AVS per gli anni di contribuzione, non per l’età

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Contribuire per 44 anni invece di aspettare l'età di 65 per andare in pensione. Keystone-SDA

L'organizzazione di datori di lavoro Centre Patronal vuole modificare le condizioni per il diritto alla pensione completa, sostituendo l'età di riferimento per la pensione agli anni di contributi (44).

Il Centre Patronal vuole modificare le condizioni per il diritto alla pensione completa: gli anni di contributi, cioè 44, dovrebbero sostituire l’età di riferimento. Per il 2° pilastro, intende migliorare le prestazioni sulla base di maggiori risparmi.

Le proposte del Centre Patronal (CP), presentate venerdì alla stampa a Berna, si basano sulla sua conoscenza pratica della materia, in particolare grazie alla gestione di un fondo AVS e di istituzioni di previdenza del 2° pilastro, si legge in un comunicato stampa.

L’associazione padronale della Svizzera francese intende offrire il suo contributo dopo aver constatato che negli ultimi anni si sono tenute numerose votazioni senza trovare una soluzione veramente duratura sia per l’AVS che per la LPP, in modo che questi due pilastri continuino a garantire il famoso 60% dell’ultimo stipendio.

A suo avviso il 1° pilastro è quello che richiede le misure più urgenti. Oltre al primato degli anni di contribuzione rispetto all’età, sarà necessario concordare anche un aumento misurato dell’IVA e delle trattenute sui salari.

Affinché il riequilibrio finanziario dell’AVS sia socialmente accettabile, secondo i datori di lavoro romandi gli sforzi dovranno essere equamente distribuiti con un aumento misurato dell’IVA (+0,5%) e delle trattenute salariali (+0,4%). Come indicano sia la ricerca di equità, che deve guidare queste riforme, sia le tendenze che emergono dai sondaggi di opinione, gli sforzi per riequilibrare il sistema devono essere condivisi, scrive il CP.

2° pilastro: rafforzare il risparmio

Il 2° pilastro non ha bisogno di una riforma così urgente come l’AVS, secondo il CP. Le casse pensione, che godono di una notevole libertà di manovra, hanno già preso provvedimenti ma è necessario definire i contorni di un nuovo “piano minimo” che sia finanziariamente e tecnicamente realistico e che porti nuovi benefici alla popolazione.

L’associazione padronale è favorevole alla riduzione del tasso di conversione per compensare l’allungamento dell’aspettativa di vita, e a un aumento del capitale pensionistico minimo. In questo contesto è quindi necessario aumentare i risparmi.

A tal fine, il CP ha avanzato una serie di proposte, tra cui la soppressione della deduzione di coordinamento (contributi sul totale del reddito dei lavoratori a tempo parziale o con più datori di lavoro e dei lavoratori autonomi), mantenendo una soglia di ingresso. Si tratta anche di modificare le aliquote dei bonus con uno scaglionamento più semplice, meno progressivo con l’età, per arrivare a un’unica aliquota ordinaria a partire dai 50 anni (5% dipendente, 5% datore di lavoro). Ha pure proposto una progressione dei contributi semplificata per raggiungere un’unica aliquota del 10% a partire dai 50 anni (5% dipendente, 5% datore di lavoro).

Il modello proposto prevede una transizione che consente di mantenere il livello delle pensioni di coloro che sono già assicurati. Il Centre Patronal sottolinea che le sue proposte sono state supportate da uno studio sull’impatto finanziario e sono state sottoposte al pubblico attraverso un sondaggio dell’istituto Sotomo, che ha riscontrato un “apprezzabile sostegno”.

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