I giovani svizzeri alla Giornata mondiale con il Papa
Le strade di Lisbona invase dai giovani per la Giornata mondiale dei giovani.
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Un milione di giovani da tutto il mondo, mille da tutta la Svizzera, di cui cento dal Ticino. Tutti in Portogallo per incontrare il Papa alla Giornata mondiale dei giovani.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Tanti colori sotto il cielo di Lisbona per la Giornata mondiale dei giovani col Papa. Sono ragazzi come tanti. E che come tanti sanno guardare al futuro con speranza, conoscendo bene le difficoltà del presente. Abele Rusconi, di Breno, racconta perché è partito per il Portogallo: “Sono venuto fin qui per vivere un pellegrinaggio, due settimane da cristiano”. Racconta Giacomo Saffetta, di Locarno: “Sono arrivato a Lisbona per fare una bella esperienza, incontrare nuovi amici, tanti giovani della mia età”. E ancora, Michele Zgraggen, di Lugano: “Voglio dare testimonianza della mia fede e accrescerla”. E così Nicolas Vega, da Gerra: “Sono qui per provare una nuova esperienza assieme a molti altri credenti arrivati dal Ticino”.
I ragazzi sono accompagnati da don Carlo Vassalli, assistente della Pastorale Giovanile diocesana di Lugano. Nella sua parrocchia, appena sopra Locarno, come in tanti altri territori della Svizzera italiana, ci sono tanti giovani usciti dalla pandemia non senza difficoltà. Racconta: “Ci ha mosso il fatto che vogliamo dare un po’ di speranza a questi giovani dopo il Covid, tanti anni di attesa per la GMG, ci siamo ritrovati tutti assieme a vivere un’esperienza di Chiesa pazzesca, universale”. Dice ancora: “Tanti giovani si sono chiusi, tanti si sono persi, ma abbiamo cercato sempre di tenere un contatto con ognuno, di tenere viva questa fiamma, ed è bello come hanno risposto. Non ci aspettavamo che cento ticinesi si muovessero dal territorio per venire a vivere questa esperienza, lontano dopo tutto, anche se siamo in Europa”.
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Lungo le strade di Lisbona sventolano le bandiere di quasi tutti i Paesi del mondo. Sono cinquecento i ragazzi provenienti dall’Ucraina. Iryna Bilska è riuscita a consegnare al Papa un frammento di una bomba. “L’abbiamo raccolta nella città di Beryslav nella regione di Kherson vicino alla chiesa dove è caduta”, racconta. “Quando gliel’abbiamo data abbiamo rivissuto con lui tutto il dolore che questa guerra sta provocando nel nostro Paese. La nostra città è stata occupata dai russi e liberata. Abbiamo donato al Papa anche una bandiera con le firme dei nostri soldati. Il Papa ci ha regalato il rosario e ci ha assicurato che è sempre con noi e prega sempre per il nostro Paese”.
Carmen è arrivata invece dall’Argentina. Per arrivare a Lisbona ha dovuto percorre un lungo e dispendioso viaggio. Dice: “Siamo qui per ascoltare la saggezza del Papa e il suo messaggio. Sappiamo che Francesco è appena reduce da un intervento chirurgico; non vediamo l’ora di sentire cosa ha da dire ai giovani per far sì che la nostra generazione mantenga viva la Chiesa”.
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