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I dati dei passeggeri aerei potranno essere raccolti dalla polizia

passeggeri aereo
KEYSTONE

In futuro le compagnie aeree svizzere dovranno poter comunicare i dati dei passeggeri all'Ufficio federale dei polizia. Si tratta di uno strumento già introdotto in oltre 70 Paesi per rafforzare la lotta al terrorismo e identificare persone ricercate a livello internazionale.

Per un migliore scambio di informazioni tra Svizzera ed Europa e per garantire una maggiore sicurezza all’interno dello spazio Schengen, specie contro il pericolo del terrorismo, il Consiglio federale ha trasmesso oggi al Parlamento il messaggio concernente la legge sui dati dei passeggeri aereiCollegamento esterno.

La base legale permetterà alla Svizzera di istituire un sistema nazionale per il trattamento dei dati dei viaggiatori – i cosiddetti “Passenger Name Record” (PNR) – che transitano in aereo, allineandosi così alla prassi già in vigore in molte altre nazioni.

Il servizio del TG della RSI:

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Lotta a terrorismo

Si tratta infatti di uno strumento già in funzione in “70 Paesi, tra cui tutti gli stati membri dell’Unione Europea, gli Stati Uniti e anche il Canada per combattere il terrorismo e gravi forme di criminalità”, ha dichiarato davanti ai media il consigliere federale Beat Jans. “Gli Stati Uniti hanno iniziato a utilizzare questi dati in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, l’Unione Europea a seguito degli attentati a Parigi nel 2015 e a Bruxelles nel 2016”, ha puntualizzato.

“I dati in questione riportano sostanzialmente le informazioni fornite dai passeggeri alle compagnie di volo o alle agenzie di viaggio al momento della prenotazione”, ovvero “cognome, nome, indirizzo, numero di telefono, itinerario o il numero di carta di credito”, ha puntualizzato il responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

“La Svizzera, tuttavia non si avvale di questo sistema e a sua volta non può richiedere simili dati ad altri Paesi che utilizzano i PNR, poiché attualmente nella Confederazione non sussistono le basi legali per farlo”, ha spiegato Jans.

Protezione dei dati

La nuova legge disciplina la comunicazione di queste informazioni alle autorità da parte delle compagnie aeree svizzere ed estere come pure il trattamento dei dati ai fini di garantire la sicurezza, ha spiegato il ministro della giustizia.

“In futuro i dati PNR saranno dunque trasmessi alla nuova unità d’informazione sui passeggeri (UIP) collocata in seno all’Ufficio federale di polizia (fedpol), semplificando così il lavoro delle autorità. L’UIP svizzera dovrebbe essere istituita a partire dal 2025 e diventare operativa progressivamente dal 2026.

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Stando al consigliere federale, la legge garantisce la protezione dei dati e dei diritti della personalità dei passeggeri. L’accesso ai PNR e la finalità del loro utilizzo sono soggetti a una rigorosa regolamentazione.

Tempo di conservazione dei dati ridotto

Rispetto al progetto preliminare posto in consultazione, il Consiglio federale ha rafforzato la protezione dei dati e la durata di conservazione di queste informazioni è stata ridotta. Se non sussiste un indizio concreto di terrorismo o di altre gravi forme di criminalità, i dati non possono essere conservati per più di sei mesi, ha precisato il responsabile del DFGP.

“I dati sono inoltre pseudonimizzati dopo un mese. Ciò significa che le informazioni come ad esempio cognome e nome, o i dati di contatto e la data di nascita, non sono più direttamente visibili nel sistema”, ha ribadito Jans. Per contro, se si incorre in sospetti concreti di terrorismo o di gravi forme di criminalità, questi possono essere conservati per un periodo massimo di cinque anni.

Importante risvolto economico

In assenza di un proprio sistema PNR, ha spiegato il “ministro” basilese, la Svizzera rischierebbe di rappresentare una falla per la sicurezza in Europa dato che lo scambio e l’utilizzo di questi dati rappresenta uno strumento efficace per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata internazionale. Le persone che transitano in aereo per perseguire scopi criminali, potrebbero dunque aggirare i sistemi PNR degli Stati membri dell’Ue, raggiungendo con un volo la Confederazione per poi proseguire il proprio viaggio all’interno dello spazio Schengen per via terrestre.

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Ma non si tratta solo di sicurezza: questo scambio di dati con l’Ue e i Paesi terzi ha anche un importante risvolto economico. La Svizzera infatti, in quanto punto di snodo fondamentale del traffico aereo internazionale, è chiamata in causa se non vuole rischiare di perdere il suo eccellente livello di connettività mondiale e penalizzare le compagne aeree elvetiche, mette in guardia il Governo.

Siccome sempre più Stati esigono la comunicazione di dati PNR le compagnie aeree svizzere rischierebbero di vedersi infliggere pene pecuniarie ingenti o persino di vedersi revocare i diritti di atterraggio. La Confederazione potrebbe pertanto perdere, a medio e lungo termine, parzialmente o integralmente i suoi collegamenti aerei internazionali.

Gli Stati Uniti considerano l’utilizzo dei dati PNR come una condizione per la permanenza della Svizzera nel programma di esenzione dal visto (“Visa Waiver Program”), ha dichiarato Jans. Quest’ultimo permette ai cittadini svizzeri che si recano negli Stati Uniti per motivi professionali o turistici di entrare nel Paese senza dover richiedere un visto.

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