La federazione del commercio elvetico Handelsverband.swiss continua a consigliare ai propri membri di non offrire i propri prodotti attraverso Temu, piattaforma cinese di shopping online in forte espansione in Svizzera.
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Keystone-ATS
Nonostante si riservi la possibilità di cambiare questa raccomandazione in futuro, per ora la federazione del commercio svizzero Handelsverband.swiss sconsiglia ai suoi membri di mettere in vendita i loro prodotti sull’app del rivenditore cinese Temu.
Finora Temu ha messo in vendita soprattutto articoli di produttori asiatici, ma con il programma “Local-to-Local” l’azienda vuole attirare anche i rivenditori dei Paesi occidentali. Il nuovo approccio è già stato applicato in alcuni paesi, come per esempio la Germania, e la Svizzera potrebbe presto seguire l’esempio.
Incertezze legali
Nelle condizioni attuali però Handelsverband.swiss invita gli associati a non lavorare con la piattaforma cinese, ha spiegato nella conferenza stampa annuale il direttore Bernhard Egger. Vi sono infatti ancora incertezze legali, per esempio legate alla responsabilità per i prodotti. Sussistono anche possibili danni alla reputazione, secondo il dirigente. Sempre stando a Egger l’impresa del Dragone è anche molto aggressiva nei confronti dei distributori, imponendo loro i prezzi: i prodotti devono costare il 15% in meno che su Amazon.
Le cose potrebbero però mutare: se Temu si adattasse alle regole elvetiche la piattaforma potrebbe essere interessante anche per i rivenditori della Confederazione, argomenta Egger. Amazon e Zalando, interessate in passato da preoccupazioni simili, hanno mostrato come gli affari possano funzionare: nel frattempo anche gli operatori elvetici beneficiano infatti dell’ampia portata di queste realtà.
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