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Esposizione nei confronti di Signa: Julius Baer tenta di rassicurare

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Fondata nel 1890, Julius Bär è uno dei leader del private banking. Keystone

La banca svizzera ha fornito precisazioni lunedì in merito ai crediti detenuti nella holding Signa, l'impero immobiliare del miliardario austriaco Rene Benko che si trova sull'orlo del fallimento.

Dopo che negli ultimi giorni diversi media hanno evocato possibili conseguenze per Julius Baer in seguito alle difficoltà finanziare con cui è confrontata Signa, la banca elvetica ha cercato lunedì di rassicurare il mercato.

Senza precisare esplicitamente che si tratta effettivamente del gigante dell’immobiliare austriaco, l’istituto svizzero ha indicato lunedì di essere esposto per 606 milioni di franchi, suddivisi in tre prestiti concessi “a “a diverse entità all’interno di un conglomerato europeo non identificato”, si legge nel comunicato. Julius Bär ha inoltre confermato che l’accantonamento di 70 milioni reso noto pochi giorni fa riguarda proprio questa esposizione creditizia.

I prestiti a questa entità sono garantiti da controparti legate al settore immobiliare commerciale e a quello dei beni di lusso. Anche in caso di perdita totale su questo portafoglio di prestiti, la quota di capitale ponderata (CET 1 leverage ratio) del gruppo sarebbe superiore al 14% e la banca “resterebbe chiaramente redditizia”, viene specificato.

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Julius Bär ancora forte

A fine ottobre, il portafoglio di prestiti privati di Julius Bär ammontava a 1,5 miliardi di franchi e i prestiti totali a 41 miliardi di franchi. Gli altri due maggiori prestiti a privati si attestavano rispettivamente a 216 milioni di franchi e 140 milioni di franchi e non erano legati al settore immobiliare.

“Ci rammarichiamo che una singola esposizione abbia creato incertezza per i nostri azionisti”, ha dichiarato l’amministratore delegato Philipp Rickenbacher, citato nella nota, aggiungendo che la banca con sede a Zurigo “è molto ben capitalizzata”, con un coefficiente CET 1 Tier 1 del 16,1% a fine ottobre. Di fronte a queste difficoltà, l’amministratore delegato ha indicato che il gruppo intende rivedere i suoi prestiti a persone con un patrimonio netto elevato.

La scorsa settimana, la banca aveva avvertito che l’utile netto di quest’anno sarebbe stato inferiore a quello del 2022, quando aveva registrato profitti per 950 milioni di franchi, a causa di un aumento degli accantonamenti sui prestiti di 82 milioni di franchi e di un aumento dell’aliquota fiscale.

Julius Baer ha inoltre confermato l’obiettivo di restituire agli azionisti circa la metà dell’utile netto rettificato, con un dividendo per azione che dovrebbe essere almeno paragonabile a quello dell’anno precedente.

Fondata a Zurigo nel 1890, Julius Bär è quotata alla borsa svizzera dal 2005. Oggi è attiva esclusivamente nel private banking. È presente in 12 località elvetiche e ha anche numerose sedi all’estero.

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