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Costruire strade e cucinare: il doppio uso dell’asfalto della Val-de-Travers

Oggi in disuso, le miniere della Presta (canton Neuchâtel) sono diventate un'attrazione turistica. E anche se attualmente l'80% delle gallerie è inondato, quel che resta può essere visitato. 

Prosciutto cotto nell’asfalto, che prelibatezza! No, non siamo impazziti e il caldo improvviso non ci ha dato alla testa. Si tratta di una specialità più unica che rara che si può degustare al Café des Mines, situato nelle miniere di asfalto della Presta, nella Val-de-Travers (canton Neuchâtel), oggi in disuso.  

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La specialitàCollegamento esterno, che oggi viene servita per alcuni mesi all’anno, è stata creata nel 1935, in occasione della festa di Santa Barbara, protettrice dei minatori. Il 4 dicembre, per il personale  della miniera, si cucinava un prosciutto avvolto prima nella carta di giornale, poi in un sacco usato per la farina che infine veniva ricoperto di asfalto fuso. Oggi si prepara invece ricoprendo il pezzo di carne con diversi strati di carta da macellaio, il tutto viene poi avvolto in un sacco della farina e, una volta depositato in una cesta di metallo, immerso in un contenitore nel quale si trovano 400 chilogrammi di bitume fuso a 170°C. Questo metodo di cottura lenta (più di 4 ore) permette di ottenere un prosciutto che conserva tutti gli aromi. Non c’è da preoccuparsi, comunque: grazie ai multipli strati che separano la carne dal bitume, non si ha l’impressione di stare degustando un pezzo di strada.  

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Le miniere che accolgono il Café des Mines, sono chiuse da ormai quasi 40 anni e oggi sono un’attrazione turistica. Dal 1711 al 1986 da questo luogo sono state estratte centinaia di migliaia di tonnellate di asfalto, che è poi stato esportato in tutto il mondo per la costruzione di ponti e strade.  

Il lavoro di estrazione si svolgeva nei 100 chilometri di gallerie sotterranee, di cui 80 sono oggi inondati. Tra quelle ancora accessibili oggi c’è anche la “Galleria del Sempione”, chiamata così perché è stata costruita contemporaneamente al traforo che collega Svizzera e Italia. 

Nel 1711, il primo scienziato moderno a specializzarsi sull’asfalto, il medico greco Eirini d’Eyrinys, individuò i primi giacimenti nell’anticlinale settentrionale della Val-de-Travers. Inizialmente interessato agli effetti terapeutici di questo materiale, gettò le basi per i suoi usi moderni nella sua “Dissertazione sull’asfalto o cemento naturale”. La prima miniera era a cielo aperto e solo in seguito sono state scavate le gallerie, che non vanno oltre i 150 metri di profondità. Inizialmente è stato sfruttato solo il giacimento di Combe-Vaubayon. Intorno al 1830 iniziò lo sfruttamento del giacimento La Presta, che si trova sul versante meridionale della valle. Dopo essere stata gestita da diverse società, nel 1873 la miniera passò in mano a una società inglese, la Neuchâtel Asphalt Company Ltd.. Come il sale, l’asfalto era soggetto a una tassa statale, che ammontava a circa 5 franchi per tonnellata nel 1873. Tassa che è poi gradualmente aumentata fino a 15 franchi per tonnellata nel 1986. Intorno al 1960, la NACO Ltd. fu rilevata da uno dei più potenti gruppi europei di costruzioni stradali, la società britannica Tarmac. Dal 1712 al 1986, le miniere di asfalto di Presta sono state sfruttate dapprima su base artigianale e successivamente industriale, prima di essere aperte al pubblico. (fonte: mines-asphalte.chCollegamento esterno

La miniera è stata chiusa nel 1986 perché, come spiega la responsabile attuale del luogo Laure von Wyss ai microfoni della RSI, “la qualità dell’asfalto non era più buona. In Trinidad, per esempio, si estrae asfalto che contiene l’80% di bitume ed è quindi molto puro. Le raffinerie inoltre erano in grado di produrre bitume artificiale”.  

Oggi, pagando un biglietto, si può visitare una parte delle gallerie, nelle quali si trovano ancora numerosi strumenti di lavoro usati dai minatori per estrarre il bitume, come pure materiale didattico che illustra la storia di questo luogo.  

L’asfalto è una roccia impregnata di bitume utilizzata in Europa dagli inizi del XVII sec. per impermeabilizzare, isolare, calafatare, proteggere il legno dai parassiti e dalla putrefazione ecc. Dalla sua distillazione si ricavava un olio usato come lubrificante per congegni meccanici e soprattutto come medicamento (ad uso sia interno sia esterno) per uomini e animali. Impiegato già prima del 1850 nei centri urbani più importanti per la pavimentazione di ampie superfici (marciapiedi, ponti e vie) l’asfalto fu in seguito adottato anche per le strade. (fonte: Dizionario storico della SvizzeraCollegamento esterno)

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