I cittadini e le cittadine del comune di Steckborn, nel Canton Turgovia, si sono dovuti esprimere sulla chiusura di un centro per richiedenti l’asilo e il loro verdetto è stato senza appello: la struttura deve rimanere. Si è trattato di una prima in Svizzera.
La proposta avanzata da un movimento cittadino di Steckborn, che voleva chiudere il centro federale per richiedenti asilo, non ha trovato grazia agli occhi della stragrande maggioranza delle persone che giovedì hanno partecipato all’assemblea comunale straordinaria nel paese del Canton Turgovia.
Tra i 692 elettori ed elettrici che hanno partecipato all’assemblea, solo poche decine hanno appoggiato la proposta di rescindere il contratto tra il Comune e la Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM), che avrebbe portato alla chiusura del centro.
Il movimento cittadino aveva presentato 130 firme nel dicembre 2023. Secondo lo statuto di questo comune di circa 4’000 abitanti, poteva quindi convocare un’assemblea straordinaria.
Si tratta di una prima volta in Svizzera, ha spiegato la SEM all’agenzia Keystone-ATS. Il suo portavoce, Reto Kormann, si è detto sollevato e orgoglioso di questa decisione chiara e democratica a favore del centro per richiedenti asilo.
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Lo scorso anno sono state depositate oltre 30’000 domande, 5’712 in più rispetto al 2022.
Secondo chi ha promosso la richiesta, una parte della popolazione è contraria a ospitare i richiedenti asilo nella località a causa di problemi di sicurezza. Si parla di violazioni di domicilio, furti, minacce, molestie, risse, atti di inciviltà e ubriachezza molesta.
La polizia cantonale turgoviese ha confutato queste argomentazioni. Da un punto di vista statistico, non vi è “alcuna indicazione che il centro di accoglienza per richiedenti asilo abbia un impatto negativo sulla situazione della sicurezza a Steckborn”.
Il sindaco del comune, Roland Toletti (senza partito), ha preso le distanze dal movimento cittadino. A suo avviso, la risoluzione del contratto non è una soluzione e non è difendibile da un punto di vista morale ed etico.
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Nel 2016, il Governo svizzero ha affittato la struttura della protezione civile di Steckborn per farne un alloggio temporaneo di emergenza in caso di forte aumento delle domande di asilo. La struttura è rimasta vuota per molto tempo, ma con la guerra in Ucraina è stata occupata dal 2022.
Oggi, i rifugiati e le rifugiate la cui procedura di asilo è in corso sono ospitati a Steckborn in media per 53 giorni. Prima della votazione, molte persone si sono espresse contro la proposta di rescindere il contratto. “È importante trattare queste persone come esseri umani”, ha detto un elettore. “Restiamo umani”.
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