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Centomila persone immigrate in Svizzera ogni anno? Anche economiesuisse frena

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Negli ultimi anni la Svizzera ha registrato una crescita demografica tra le più importanti in Europa, soprattutto per l'immigrazione. KEYSTONE/© KEYSTONE / WALTER BIERI

L'afflusso di immigrati e immigrate nella Confederazione ha assunto proporzioni che non sono più accettabili per buona parte della popolazione, afferma di presidente di economiesuisse Christoph Mäder.

“Di recente l’immigrazione ha raggiunto un livello che, nella percezione di molti cittadini, non può continuare”, afferma Mäder in un’intervista pubblicata venerdì dal Tages-AnzeigerCollegamento esterno. “Se 100’000 persone si trasferiscono in Svizzera ogni anno si supera l’accettazione della popolazione e la capacità di integrazione del Paese. L’obiettivo è e rimane quello di inserire al meglio le persone immigrate nel mercato del lavoro e nella società”.

Però economiesuisse – osservano i giornalisti del Tages-Anzeiger – non vedeva così la cosa, in passato. “Devo dissentire”, ribatte il dirigente della federazione delle imprese svizzere. “Non abbiamo mai detto che non importa quante persone arrivano: questa accusa viene dal mondo politico”.

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Il presidente di Economiesuisse Christoph Mäder KEYSTONE/© KEYSTONE / PETER KLAUNZER

Non si conoscono però dichiarazioni di economiesuisse – insistono i cronisti – che siano state critiche nei confronti della migrazione negli ultimi anni. “La nostra posizione di base è quella di sostenere la libera circolazione delle persone”, sottolinea Mäder. “Anche in futuro avremo bisogno di un certo livello di immigrazione per soddisfare le esigenze dell’economia e della società”.

+ Fino a dove arriverà la crescita demografica in Svizzera?

Se 100’000 persone sono troppe, quale sarebbe il numero giusto? “Non ho intenzione di impegnarmi in una cifra, non avrebbe senso”, replica l’intervistato. “L’immigrazione è determinata da vari fattori ed è soggetta a fluttuazioni. Abbiamo un’economia di successo che ha bisogno di una forza lavoro altrettanto numerosa. Se non vogliamo più questo, dobbiamo mettere in discussione la nostra prosperità”.

Secondo il presidente di economiesuisse si dovrebbe sfruttare meglio il potenziale della forza lavoro nazionale. “E abbiamo bisogno di un’offensiva di formazione per mantenere in Svizzera il maggior numero possibile di attività a più alto valore aggiunto”.

L’UE sarà disposta a concessioni?

Mäder auspica anche concessioni dell’UE in materia di migrazione, nell’ambito delle future trattative. “In Svizzera c’è consenso sulla necessità di proteggersi dall’immigrazione eccessiva. Il Consiglio federale ha inserito la questione della clausola di salvaguardia nel mandato negoziale. È però ancora troppo presto per dire esattamente come dovrebbe funzionare questo meccanismo. Si tratta di un argomento molto delicato. Non sappiamo quale sarà la reazione dell’UE a questa richiesta”.

Ma non è ingenuo credere che l’UE possa cedere anche solo di una virgola sulla libera circolazione? “No, non è ingenuo”, ribatte il giurista. “C’è una differenza tra gli Stati membri dell’UE e la Svizzera, che è legata all’UE da accordi bilaterali, ma non è un membro. Con l’eccezione del Lussemburgo, abbiamo la percentuale di residenti stranieri di gran lunga più alta di qualsiasi altro paese dell’UE. Bruxelles non può ignorare completamente questi fatti”.

Economiesuisse vuole rifarsi un’immagine?

Economiesuisse sta forse giocando la carta dell’immigrazione per guadagnare punti con il popolo, visto che – sostengono i reporter della testata zurighese – ha perso autorevolezza sugli accordi bilaterali, ha subito una pesante sconfitta nella votazione sulla 13esima rendita AVS e perde il sostegno popolare? “State mischiando le cose in modo polemico”, risponde il presidente dell’associazione. “Anche il Consiglio federale e il Parlamento hanno detto no alla 13esima AVS, così come noi organizzazioni economiche, quindi non siamo stati soli. Inoltre, contrariamente a quanto spesso si sostiene, non guidavamo la campagna”.

Che cosa fare di fronte agli ultimi sondaggi che mostrano come la maggioranza della popolazione ha un’opinione negativa sulle associazioni economiche? “Cerchiamo di comunicare al meglio l’importanza dell’economia al grande pubblico. L’economia è responsabile della prosperità del paese. Si tratta anche di sensibilizzare l’opinione pubblica: non tutti sanno quali sono le attività economiche in Svizzera e quali sono i loro effetti positivi. Dobbiamo sicuramente migliorarci nel raccontare queste cose”.

Interrogato su stipendio e bonus attribuiti per il 2023 da UBS al Ceo Sergio Ermotti – 14 milioni di franchi per nove mesi di lavoro – Mäder fa presente che spetta alle aziende stabilire le remunerazioni dei propri dirigenti. Ma si tratta del giusto compenso – chiedono i giornalisti – per il fatto che UBS è riuscita ad acquisire il suo più grande concorrente a un prezzo vantaggioso grazie agli aiuti di stato? “Detta così è troppo semplice. Si trattava di salvare la piazza finanziaria svizzera, il sistema economico elvetico e probabilmente anche i mercati finanziari globali da una catastrofe. UBS ha accettato di rilevare Credit Suisse, il che comportava notevoli rischi. Accusarla a posteriori di aver rilevato il suo concorrente a prezzo di sconto non è corretto”, conclude Mäder.

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