Cambia il clima, arrivano le zecche. Ecco come difendersi
La zecca può trasmettere due malattie, la borreliosi di Lyme e la meningoencefalite. Dall’ufficio del medico cantonale ticinese arrivano consigli per difendersi.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
Nel 2024 i problemi legati alle punture delle zecche potrebbe aumentare. La biologa e collaboratrice scientifica presso l’Ufficio del medico cantonale ticinese, Simona Casati ha spiegato che proprio i cambiamenti climatici agevolano la comparsa di questi animali. “Questi inverni più miti, spiega Casati, favoriscono la sopravvivenza delle zecche e poi la stagione dura di più, quindi la zecca ha tempo di portare in avanti il proprio ciclo di vita più in fretta. Possono vivere da tre fino a sei anni”.
La biologa riferisce che al mondo sono conosciute più di 900 specie di zecche. In Svizzera vi sono una ventina di specie e la più diffusa è la Ixodes ricinus che troviamo in Ticino, in Svizzera, in tutta l’Europa. “Questa zecca – chiosa – può trasmettere delle malattie, può portare dei virus, dei batteri, dei parassiti e in particolare in Svizzera porta la borreliosi di Lyme e la meningoencefalite da zecca che è una malattia virale. Questa però non è presente in Ticino”.
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Come intervenire in caso di puntura?
La zecca va rimossa subito senza aspettare di andare in farmacia o dal dottore. Anche nel caso in cui, togliendola, rimanga una piccola parte incastrata nella pelle, non è un problema perché basta disinfettare e si staccherà da sola.
È importante agire in fretta perché si potrebbero evitare spiacevoli conseguenze. “Per quanto riguarda la borreliosi di Lyme – spiega ancora la biologa – abbiamo 12-14 ore di tempo per togliere la zecca, mentre per il virus non abbiamo tempo: dobbiamo toglierlo subito perché il virus si trova già a livello delle ghiandole salivari della zecca”. Non bisogna andare dal medico ma si deve controllare il punto del morso per un mese e andare dal dottore se si forma una macchia rossa che è sintomo della borreliosi, che è poi facilmente curabile con un antibiotico. Purtroppo però non è sempre facile fare la diagnosi perché non sempre si presenta la macchia rossa.
Non ci sono invece antibiotici specifici per la meningoencefalite. In Ticino si contano circa cinque casi all’anno, mentre nel resto del Paese è sempre più diffusa. Il medico cantonale Giorgio Merlani, comunque, spiega che le soluzioni ci sono. “Come malattia può essere potenzialmente grave. È vero – dice Merlani – che da noi in Canton Ticino la probabilità di prenderla è veramente ridotta al minimo, però non c’è da aver paura. Essendo conosciuta una vaccinazione che è efficace, che si cura, se uno vuole continuare ad andare nei boschi tranquillamente, ecco che la vaccinazione è sicuramente una buona opzione”.
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