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Bocciato un fondo da 15 miliardi di franchi per l’esercito e l’Ucraina

La sals del Consiglio degli Stati.
Nonostante l'allenza di centrosinistra, la creZione del fondo è stata nettamente bocciata. Keystone / Alessandro Della Valle

L'alleanza tra Partito socialista e Il Centro non è riuscita a far passare al Consiglio degli Stati un credito di 15 miliardi di franchi per la creazione di un fondo per la sicurezza della Svizzera e la pace in Europa.

Il contenuto dell’alleanza di centrosinitra è semplice: il Centro sostiene i 5 miliardi all’Ucraina (voluti dai socialisti) e in cambio i socialisti accettano 10 miliardi in più per l’esercito (voluti dal Centro). Il tutto da contabilizzare come spesa straordinaria, quindi fuori dalle regole imposte dal maccanismo del freno all’indebitamento.

Un’alleanza di interessi che in teoria avrebbe anche potuto funzionare perché al Consiglio degli Stati i due partiti hanno la maggioranza. Ma qualcosa non ha funzionato.

Sotto il motto che accettare questo accordo vuol dire aprire le porte a tutti gli altri desideri del parlamento che non possono essere finanziati nel bilancio ordinario, il pragmatismo elvetico ha avuto la meglio.

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Alla fine, infatti, il Consiglio degli Stati ha respinto, con 28 voti contrari e 15 favorevoli, la creazione del fondo per la sicurezza della Svizzera e la pace in Europa, che avrebbe previsto, come detto, l’assegnazione di 10 miliardi in più per l’esercito fino al 2030 e 5 miliardi per l’Ucraina, contabilizzati a titolo straordinario.

Soldi per esercito e Ucraina

La mozione, presentata dalla commissione di sicurezza degli Stati, voleva da un lato potenziare le capacità di difesa dell’esercito contro la minaccia della guerra, e dall’altro a sostenere l’Ucraina, che necessita urgentemente di aiuto per riparare e mantenere le sue infrastrutture essenziali. Per i sostenitori del fondo, la guerra rappresenta una circostanza straordinaria che giustifica il superamento del freno all’indebitamento.

Tuttavia, né il Consiglio federale né la maggioranza del Consiglio degli Stati hanno condiviso questa opinione. I contrari hanno ribadito che le spese per l’esercito e per l’Ucraina sono pianificabili e non possono essere considerate straordinarie. Inoltre, il testo non rispetta un requisito formale, quello dell’unità di materia.

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