Berna cercherà un Paese dove inviare gli eritrei respinti
Si cerca una soluzione per gli eritrei respinti.
Keystone / Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Il Governo federale sollecitato dal Parlamento a concludere un accordo di transito con un Paese terzo dove mandare i cittadini eritrei la cui domanda d'asilo è stata respinta.
Questo contenuto è stato pubblicato al
4 minuti
tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Dopo la Camera alta, anche il Consiglio Nazionale ha accolto lunedì – con 120 voti contro 75 – una mozione proposta dalla senatrice liberale Petra Gössi che ha lo scopo di risolvere la questione degli eritrei e delle eritree respinte dalla Confederazione che Asmara non vuole riprendersi.
L’esempio del Senegal
Da anni le e i richiedenti asilo provenienti dall’Eritrea non possono essere rimpatriati in quanto il loro Paese d’origine rifiuta i rinvii coatti e la mozione si ispira, ha segnalato Piero Marchesi (UDC, destra), all’accordo di transito con il Senegal approvato dal Consiglio federale nel 2002.
Contenuto esterno
L’Esecutivo è chiamato ora a individuare un Paese terzo disposto a concludere un’intesa di questo tipo. Quella raggiunta nel 2002, ma poi respinta da Dakar, avrebbe dovuto autorizzare il transito dei richiedenti asilo per un periodo di tre giorni.
In questo lasso di tempo i migranti sarebbero stati identificati e avrebbero ottenuto un documento d’identità dalla rappresentanza consolare del loro Paese d’origine in Senegal. La mozione non cita alcun Paese di preciso, ma nel dibattito sono stati evocati il Ruanda (accordo con il Regno Unito) e l’Albania (con l’Italia).
La sinistra e alcuni esponenti del Centro si sono opposti invano alla mozione definendo la proposta inefficace e probabilmente molto costosa. La Svizzera, ha sostenuto Marc Jost (Partito evangelico), dovrebbe infatti pagare i trasferimenti da e verso il Paese terzo senza alcuna certezza riguardo all’esito finale della procedura.
Dubbi su costi ed efficacia
Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto il Consiglio federale, il cui ministro di giustizia Beat Jans ha rilevato che “la Svizzera persegue già una politica di rinvio molto avanzata rispetto ad altri Paesi”.
È probabile – ha aggiunto – che la rappresentanza eritrea nel Paese terzo rifiuterebbe la richiesta di un documento d’identità e i richiedenti asilo eritrei trasferiti – ha fatto notare – dovrebbero quindi essere riammessi in Svizzera.
All’epoca delle discussioni con il Senegal, ha continuato Beat Jans, la Svizzera aveva un problema di identificazione di molte persone, è questo aveva fatto sorgere l’idea degli accordi di transito. Vent’anni dopo però la situazione è completamente diversa “e non abbiamo più questo problema”.
Negoziare accordo con l’Eritrea
Sempre su questo argomento il plenum tacitamente approvato una mozione dell’ex “senatore” Thomas Minder (Indipendente), che chiede uno specifico accordo in materia di migrazione con l’Eritrea.
Su suggerimento della commissione preparatoria, il testo è stato modificato con l’aggiunta di una disposizione che preveda l’invio nel Paese dell’Africa orientale di un rappresentante della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) per trattare le questioni migratorie.
Attualmente la Svizzera non dispone di alcuna rappresentanza diplomatica ad Asmara e sul posto non è nemmeno rappresentata da un funzionario di collegamento incaricato dell’immigrazione (“Immigration Liaison Officer”, ILO), ossia da una persona specificamente responsabile delle questioni migratorie.
Rifugiati che sostengono il regime
Il Nazionale ha pure sostenuto – con 131 voti contro 63 e 2 astenuti – una mozione del consigliere agli Stati Andrea Caroni (Partito liberale), che incarica il Governo di elaborare una riforma del diritto in materia di stranieri.
L’obiettivo è poter sanzionare le persone che sostengono di aver cercato rifugio in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni da parte del regime al potere nel loro Paese di origine, ma che nella Confederazione difendono, anche con la violenza, proprio questo stesso regime.
L’atto parlamentare si riferisce agli scontri tra eritrei favorevoli e contrari al regime di cui si è avuto notizia negli ultimi tempi. La maggioranza ha ritenuto scandaloso che una parte della diaspora sostenga pubblicamente e in modo violento il regime dal quale afferma di essere fuggita e ha avanzato proposte che contemplano la facilitazione della revoca dell’asilo e l’estensione dell’elenco delle infrazioni che portano a un’espulsione.
Gran San Bernardo, ripristino terminato ma la strada resta chiusa
Questo contenuto è stato pubblicato al
I lavori di riparazione termineranno oggi, ma le operazioni di messa in sicurezza delle pareti rocciose proseguiranno anche nei prossimi giorni.
Fondi giù del 10% per le ong svizzere attive all’estero
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nel 2025 e nel 2026 i contributi alle ong svizzere per la cooperazione internazionale all'estero subiranno un taglio del 10,5% rispetto al biennio precedente.
BNS: la priorità è la stabilità dei prezzi, ribadisce Schlegel
Questo contenuto è stato pubblicato al
Mantenere la stabilità dei prezzi è il compito principale della Banca nazionale svizzera. Lo ha ribadito oggi, il presidente della direzione Martin Schlegel.
Iniziativa responsabilità ambientale, campagne dalle cifre modeste
Questo contenuto è stato pubblicato al
Circa 665'000 franchi sono stati spesi durante le campagne della votazione federale dello scorso 9 febbraio, data in cui gli svizzeri hanno respinto l'iniziativa per la responsabilità ambientale.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nel giro di una settimana, la polizia vallesana ha sequestrato due monopattini in grado di superare i 100 km/h. Le trottinette sono state confiscate e i proprietari denunciati.
Dazi, la Svizzera è tra i partner prioritari degli USA
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera figura tra i 15 Paesi con cui gli Stati Uniti intendono trovare rapidamente una soluzione alla questione dei dazi doganali. Lo ha affermato la ministra delle finanze e presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.
Fermati a Sils due uomini con gioielli e orologi rubati nell’auto
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dipendenti dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) hanno scoperto orologi, gioielli e monete rubati durante un controllo di un veicolo a Sils in Engadina (GR) all'inizio di aprile. I due occupanti dell'auto con targhe italiane sono stati consegnati alla polizia cantonale.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Eritrei in piazza contro la politica svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una petizione corredata da 12’000 firme è stata consegnata alla ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga. Essa chiede che la Svizzera ascolti i migranti seguendo criteri che rispettino la sua tradizione umanitaria, concedendo l’asilo agli eritrei minacciati di maltrattamenti nel loro Paese. La petizione, elaborata da associazioni che operano in costante contatto con eritrei,…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Da oggi una ventina di profughi eritrei, per lo più di sesso femminile, sono alloggiati in una struttura alberghiera a Bosco Gurin, nota stazione turistica invernale del Canton Ticino a 1’500 metri di altitudine. Si tratta però di una sistemazione provvisoria per la ventina di stranieri. Tra un mese infatti la Residenza Ostello Giovanibosco dell’imprenditore…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il regime di Asmara riscuoterebbe illegalmente una tassa che ogni cittadino eritreo in Svizzera, dal libero professionista al richiedente l’asilo, sarebbe tenuto a pagare. Secondo quanto scrive il quotidiano bellinzonese la RegioneTicino l’importo, corrispondente al 2% delle entrate annuali di ogni individuo del paese del Corno d’Africa, sarebbe incassato dal consolato di Ginevra e il…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il canton Lucerna ha chiesto, in una lettera al Consiglio federale, di non più riconoscere lo statuto di rifugiati agli eritrei che giungono in Svizzera, ma che siano ammessi solo provvisoriamente. È una prima proposta in tal senso da parte di un cantone, che raccoglie però consensi anche altrove. Lucerna ritiene che il forte afflusso…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.