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I tempi si fanno duri per i richiedenti l'asilo eritrei

Una parte dei richiedenti l'asilo eritrei potrebbe vedersi revocare lo statuto dell'ammissione provvisoria. Lo ha comunicato lunedì la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) dopo aver analizzato 250 dossier nell'ambito di un progetto pilota.

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 settembre 2018 minuti
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 3.9.2018)
Da anni l'Eritrea è il principale paese di provenienza delle persone che cercano rifugio in Svizzera. Nel 2017 su 18'000 domande d'asilo, più di 3'000 concernevano cittadini eritrei. Nella foto un gruppo di eritrei manifesta a Ginevra nel novembre 2017 contro il riavvicinamento tra il governo svizzero e il regime di Asmara. © KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI

Nell'estate del 2016, la Sem aveva inasprito la prassi nei confronti degli eritrei, decidendo di non concedere più l'asilo a quelle persone che avevano soltanto lasciato il paese illegalmente. Specialisti erano giunti alla conclusione che un rimpatrio fosse ragionevole per chi era stato liberato dall'obbligo di servire nell'esercito oppure era già stato congedato.

Circa un anno fa, il Tribunale amministrativo federale aveva convalidato questa interpretazione, giungendo alla conclusione che "l'Eritrea non conosce attualmente una situazione di violenza generalizzata" e che "un ritorno non può essere considerato in maniera generale come inapplicabile". Inoltre, in una sentenzaLink esterno dello scorso luglio, la Corte aveva decretato che i richiedenti l'asilo eritrei possono essere rimpatriati anche se corrono il rischio di essere richiamati nel Servizio nazionale.

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Per ora una ventina di persone

La Sem ha così proceduto all'analisi di 250 dossier. Presentando lunedì i risultatiLink esterno di questo progetto pilota, la Sem ha indicato che una ventina di persone potrebbero vedersi revocare lo statuto dell'ammissione provvisoriaLink esterno. Nel 9% dei 250 casi esaminati, la Sem è giunta alla conclusione che la revoca è legalmente accettabile e proporzionata, ha spiegato Mario Gattiker, direttore della Sem.

Nei prossimi mesi, la Sem sottoporrà a verifica altre 2'800 decisioni di ammissione provvisoria rilasciate a cittadini eritrei.

I rientri dovranno essere volontari. I rimpatri coatti verso questo paese del corno d'Africa non sono infatti possibili, poiché l'Eritrea non li accetta.

La persona a cui viene revocata l'ammissione provvisoria e non vuole lasciare volontariamente la Svizzera ha diritto soltanto all'aiuto d'urgenza.

La reazione della comunità eritrea

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"Nessun segno di miglioramento"

La decisione della Sem è stata criticata da Amnesty International, che in un comunicatoLink esterno ha chiesto alla Svizzera di abbandonare la sua politica d'accoglienza restrittiva nei confronti degli eritrei.

"Non esiste nessun segno tangibile che la situazione dei diritti umani in Eritrea sia migliorata. Anzi, recentemente delle manifestazioni sono di nuovo state represse nel sangue e sono sfociate in arresti di massa", ha dichiarato Reto Rufer, esperto per l'Eritrea della sezione svizzera di Amnesty.

Un'analisi che sostanzialmente non si discosta da quella della relatrice speciale dell'ONU per l'Eritrea. Presentando in giugno il suo quinto rapporto, Sheila Keetharuth aveva dichiaratoLink esterno che malgrado qualche piccolo segno di cambiamento "non era in grado di riferire di miglioramenti tangibili per quanto concerne la situazione dei diritti umani; le principali violazioni individuate nel mio primo rapporto e in quelli successivi, nonché quelle messe in luce dalla commissione d'inchiesta in Eritrea, rimangono invariate".

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