Da oggi una ventina di profughi eritrei, per lo più di sesso femminile, sono alloggiati in una struttura alberghiera a Bosco Gurin, nota stazione turistica invernale del Canton Ticino a 1’500 metri di altitudine. Si tratta però di una sistemazione provvisoria per la ventina di stranieri. Tra un mese infatti la Residenza Ostello Giovanibosco dell’imprenditore Giovanni Frapolli dovrà iniziare a ospitare le scolaresche che si erano prenotate.
Ma la destinazione, nonostante l’avallo di Municipio e Cantone, non ha mancato di far discutere. In primo luogo per le possibili condizioni climatiche che la ventina di ospiti africani troveranno a tale quota ma anche per il significato simbolico di Bosco Gurin, località periferica montana popolata da famiglie dell’etnia germanofona Walser nel loro lungo peregrinare tra i diversi versanti delle Alpi.
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