Italiani, bambini e clandestini. Erano i figli dei lavoratori stagionali, protagonisti di una pagina buia della storia elvetica. L'approfondimento della trasmissione il Quotidiano.
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tvsvizzera.it/Zz con RSI (Il Quotidiano del 13.11.2018)
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È difficile sapere quanti fossero esattamente. Nel suo libro del 2012, “Bambini proibiti”, Marina Frigerio parla di diecimila-quindicimila minori clandestini in Svizzera. Altre stime ritengono fossero il doppio. Erano i figli dei lavoratori stagionali: iugoslavi, spagnoli, portoghesi, ma soprattutto italiani.
Lo statuto di lavoratore stagionale (definitivamente abolito nel 2002) permetteva di rimanere a lavorare in Svizzera 9 mesi all’anno, non consentiva di cambiare lavoro o domicilio. Per molto tempo non prevedeva il ricongiungimento famigliare.
Per questa ragione molti bambini figli di lavoratori stagionali si sono ritrovati a vivere in clandestinità in Svizzera, senza poter andare a scuola, senza poter uscire a giocare, parlando sottovoce (“Chiamami sottovoceCollegamento esterno” è il titolo di un recente romanzo sul tema, scritto da Nicoletta Bortolotti) . Quando venivano scoperti dovevano andarsene e spesso raggiungevano altri minori negli orfanotrofi lungo la fascia di confine.
Nel reportage della trasmissione il Quotidiano incontriamo uno di questi bambini nascosti, Egidio Stigliano, che viveva in clandestinità nel canton San Gallo. Grazie all’aiuto del datore di lavoro del padre, lui è riuscito a restare in Svizzera e andare a scuola. Oggi è medico. Molti altri invece sono scappati da un paese inospitale che temeva “l’inforestierimento”.
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