Nonostante le regole in vigore, la centrale nucleare continuerà a produrre energia. Lo ha deciso la Confederazione in vista dell'inverno che sarà caratterizzato dalla scarsità energetica.
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tvsvizzera.it/mrj
Diversamente da quanto inizialmente annunciato, la centrale nucleare di Beznau, nel canton Argovia, potrà funzionare anche quando l’acqua del fiume Aare (che raffredda i reattori) supererà i 25 gradi per più di 3 giorni consecutivi, ossia il limite stabilito dalle norme per la protezione delle acque. Lo ha deciso la Confederazione in vista di un inverno che si preannuncia molto difficile dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico.
“Dal nostro punto di vista l’approvvigionamento immediato non è a rischio, ma in caso di interruzione l’attuale situazione già molto tesa si aggraverebbe ulteriormente per il prossimo inverno. Per questo abbiamo deciso che la sicurezza dell’approvvigionamento è a rischio e che la centrale non deve fermarsi”, ha spiegato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF Jürg Rauchenstein della Commissione federale dell’energia elettrica.
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Per Axpo, l’operatore che gestisce la centrale di Beznau, la decisione è positiva. Anche perché gli altri requisiti sulla protezione delle acque sono garantiti: “Riduciamo la potenza dei nostri reattori fino al 50% a seconda della temperatura dell’acqua. In questo modo l’Aare si riscalda solo di qualche decimo di grado”, ha assicurato il portavoce di Axpo Noël Graber.
Non la vedono così, però, i pescatori: secondo loro le alte temperature sono un pericolo per la fauna acquatica. Per il direttore della Federazione svizzera di pesca David Bittner “25 gradi è una temperatura che mette in difficoltà molte specie bisognose di freddo come le trote, che già non sono molto comuni. Per diversi anni hanno dovuto lottare per sopravvivere e queste temperature aggravano i loro problemi. La loro sopravvivenza potrebbe essere una questione di tempo”.
I 27 decidono di ridurre i consumi
Intanto i Paesi dell’Unione europea sono giunti a un accordo per ridurre i propri consumi nel corso del prossimo inverno, in modo coordinato e con alcune eccezioni, in modo da far fronte alle minori forniture di gas da parte della Russia. La Germania, che maggiormente dipende da queste ultime, riceverà i maggiori aiuti.
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Ogni Stato si è impegnato a diminuire del 15% il consumo interno di gas. “I requisiti di riduzione corrispondono all’incirca a quanto sarebbe necessario per compensare la perdita di gas russo”, ha spiegato il ministro tedesco dell’economia, Robert Habeck.
Non tutti però, sono d’accordo: il Governo ungherese guidato da Viktor Orban ha accusato Brixelles di dirigersi verso un’economia di guerra.
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