Prevenzione o facili incassi? Guerra agli autovelox in Ticino

C’è chi li distrugge, chi li imbratta con la vernice. In Ticino, negli ultimi sei anni, sono stati “attaccati” sei autovelox per il controllo della velocità (che in Ticino sono chiamati "radar"). Negli scorsi mesi in Italia, gli autovelox venivano addirittura demoliti e il cosiddetto fenomeno “Fleximan” aveva assunto le proporzioni di una tendenza sociale, con tanto di video e canzoni sui social.
Tutti contro i radar, era lo slogan degli ultimi mesi. Intanto sulle strade ticinesi i controlli di velocità sembrano essere in aumento da ormai diversi anni, così come i relativi incassi delle contravvenzioni.
Nel 2022 questi incassi hanno superato i 13 milion di franchi, raddoppiando in sette anni, e anche il numero di postazioni è cresciuto del 100%.
La protesta monta. Sistemi radar sempre più diffusi sul territorio, tecnologicamente avanzati permettono di applicare in modo invasivo il motto “sorvegliare, fotografare, multare”.
Benché polizia e autorità cantonali e comunali respingano sdegnosamente l’accusa di usare i radar per riempire le casse pubbliche giustificando l’operazione con il nobile obiettivo di far da deterrente contro comportamenti pericolosi da parte dei conducenti, si fa sempre più insistente la domanda sui limiti della crescente radarizzazione della rete stradale.
Va però aggiunto che la Polizia cantonale e le polizie comunali in Ticino comunicano, in ottica di prevenzione della circolazione stradale, dove saranno effettuati i controlli della velocità mobili e semi-stazionari nel corso della settimana successiva. Uomo avvisato…

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