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Acquisto di Vodafone Italia da parte di Swisscom, c’è la firma 

schermi con loghi di swisscom e di vodafone
Un'operazione de 8 miliardi di euro. KEYSTONE/© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER

Le due società hanno sottoscritto venerdì il contratto di acquisto, che ha ottenuto anche il benestare del Consiglio federale. L'operazione costerà 7,7 miliardi di franchi all'operatore elvetico di proprietà per il 51% dalla Confederazione. 

Swisscom ha comunicato venerdì di aver stipulato accordi vincolanti per l’acquisizione del 100% di Vodafone Italia per 8 miliardi di euro (circa 7,7 miliardi di franchi). Lo ha fatto sapere lo stesso operatore con un comunicatoCollegamento esterno.  

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L’obiettivo dichiarato nella nota, è che le competenze e gli asset di Fastweb (già proprietà di Swisscom) e Vodafone Italia daranno vita a una compagnia leader in Italia. La firma del contratto è stata accolta favorevolmente dalla Borsa: venerdì poco prima di mezzogiorno, sul mercato di Zurigo l’azione di Swisscom guadagnava il 3%, dopo aver guadagnato in apertura oltre il 4%. Il titolo è scambiato a circa 518 franchi, con un massimo che ha sfiorato 526 franchi. Anche il titolo Vodafone ha reagito bene: alla borsa di Londra (Vodafone è infatti una multinazionale britannica) è progredito del 3%. 

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Il Governo elvetico ha dal canto suo fatto sapere di essere stato informato tempestivamente in merito all’intenzione di acquisto, cui ha dato il suo benestare. Il Consiglio federale ha constatato, si legge in una notaCollegamento esterno, che l’operazione “non è contraria ai suoi obiettivi strategici” e, prima di dare il suo via libera, ha stabilito diverse condizioni per l’attenuazione dei rischi, che però non sono state specificate. Swisscom ha comunque confermato di soddisfarle tutte. 

“Una delle aspettative più importanti espresse dal Consiglio federale riguarda la separazione strutturale e organizzativa tra le attività in Italia e quelle sul suolo elvetico”, prosegue il comunicato. “Il divieto per Swisscom di riprendere mandati nell’ambito del servizio universale all’estero rimane valido. La decisione di procedere all’operazione è di competenza esclusiva e responsabilità del consiglio di amministrazione di Swisscom”. 

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Con questa mossa, che non richiede il voto degli azionisti e che dovrebbe venir chiusa nel primo trimestre del 2025, Swisscom (già proprietaria di Fastweb) vuole diventare un operatore leader in Italia.  “Con la fusione di Vodafone Italia e Fastweb creeremo un’importante e completa offerta in Italia, poiché potremo offrire ai clienti servizi su rete fissa e mobile”, ha dichiarato il CEO di Swisscom Christoph Aeschlimann. “Rischi ci sono sempre in queste acquisizioni, bisogna averli sotto controllo. Va detto che realizzeremo importanti sinergie a livello di costi e in questo senso siamo molto fiduciosi di poter concretizzare questa transazione con successo”. 

Le ragioni di questa acquisizione  

Questa acquisizione si è resa necessaria perché in Italia, come spiega Vodafone, “non era possibile raggiungere un ROCE (Return on Capital Employed) superiore al costo del capitale”. Il ROCE misura il ritorno di un’azienda sul suo capitale e quindi misura il grado di efficienza con cui una società utilizza il capitale al fine di produrre ricavi. Il gioco, insomma, non valeva la candela.  

Oltre al via libera di Berna, c’è stato anche quello dell’Antitrust italiano e, poiché c’era già il benestare del CdA di Vodafone, anche quello dell’assemblea. Se i soci dovessero bloccare l’operazione e Vodafone volesse tentare di vendere altrove, dovrà pagare a Swisscom come risarcimento per aver rotto l’accordo 150 milioni di euro entro 12 mesi. 

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In seguito ai diversi OK, in Italia i rappresentanti dei lavoratori sono intervenuti a difesa del personale di Vodafone. “Ci aspettiamo che da questa azienda integrata ci sia la stessa attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori di Vodafone e Fastweb poiché proprio le loro professionalità hanno rappresentato e rappresenteranno l’asset vincente della nuova società”, ha afferma Alessandro Faraoni, segretario generale della Federazione informazione spettacolo e telecomunicazioni (FISTEL). “Vigileremo con grandissima attenzione il percorso da qui al closing previsto per il primo trimestre del 2025”. 

La furia dell’UDC 

La notizia del via libera governativo a questa operazione è stata accolta in maniera negativa dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che chiede al Consiglio federale di stabilire limiti chiari per la gestione di Swisscom. “L’UDC condanna fermamente le avventure all’estero delle aziende statali svizzere”, si legge in un comunicatoCollegamento esterno. “Le imprese che godono di una garanzia statale di fatto non devono mettere a repentaglio in modo sconsiderato il denaro dei contribuenti. Se la direzione si comporta in modo negligente, il Consiglio federale deve agire contro il Consiglio di amministrazione e la direzione con un’azione di responsabilità”. 

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Secondo i vertici del partito, Swisscom “non ha imparato nulla dal suo passato”. L’operatore ha infatti già subìto perdite miliardarie in Germania, Ungheria e Malaysia. Anche in Italia, prosegue la nota, “l’impresa ha lasciato per strada del denaro. Volersi impegnare di nuovo all’estero è un atto di estrema irresponsabilità”. 

Il Parlamento vuole chiarezza 

Non si è fatta attendere nemmeno una reazione del Parlamento elvetico: i e le parlamentari vogliono che venga fatta chiarezza sull’operazione di acquisto e hanno convocato la dirigenza dell’azienda a due audizioni. Il primo passaggio avverrà il 26 marzo davanti alla Commissione trasporti e telecomunicazioni (CTT) del Consiglio nazionale (Camera bassa), ha indicato il suo presidente, Philipp Kutter.  

La commissione consorella degli Stati (Camera alta) ha da parte sua convocato i vertici dell’impresa per l’11 aprile, ha fatto sapere la presidente Marianne Maret. L’incontro era già programmato, a causa della nuova composizione della commissione, ma sicuramente ci sarà “un numero enorme di domande” sull’acquisizione, ha detto la 65enne. 

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