Abbandonare il bio a causa della troppa burocrazia
Un marchio sempre più difficile da sostenere per gli agricoltori.
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Renzo Blumenthal, il contadino bio più famoso della Svizzera, ha deciso di abbandonare la produzione biologica perché implica un'eccessiva burocrazia.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
È stato probabilmente il contadino bio più noto della Confederazione, ma oggi ha detto addio alla produzione biologica: troppa burocrazia, dice Renzo Blumenthal, grigionese noto in tutto il Paese anche per aver indossato i panni di Mister Svizzera.
“Sono un orgoglioso contadino di montagna e ho gestito la nostra azienda agricola di famiglia in Val Lumnezia secondo gli standard biologici per circa 30 anni”, spiega il 47enne in un contributo pubblicato giovedì dal settimanale Weltwoche. “Da un anno non vendo più il latte, il formaggio e la carne con il marchio biologico, ma secondo lo standard IP, ovvero un gradino sotto il livello bio”. Ciò non ha però nulla a che vedere con una perdita di qualità dei prodotti, assicura: c’entrano i requisiti e le linee guida sempre più rigide imposte agli allevatori.
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“Spesso ho la sensazione che in un ufficio, lontano da pascoli e alpeggi, vengano approvate leggi che hanno poco a che fare con la realtà”, argomenta. “Per esempio, non mi è mai stato permesso di vendere le nostre salsicce di maiale come biologiche perché l’alpe su cui gli animali pascolano in estate non è certificata come tale”. I suini vivono a 2000 metri sul livello del mare, dove l’aria è pura, e mangiano erba rigogliosa, ma non tutti i contadini che vi accedono sono certificati bio: ecco il problema. “Viva la pedanteria burocratica!”, commenta l’interessato.
L’ex Mister Svizzera afferma di amare molto il suo lavoro.
instagram/@renzoblumenthal
“La mia professione è la mia vocazione”, prosegue Blumenthal. “Sono a favore di un’agricoltura con prodotti competitivi a prezzi equi. Attualmente in Svizzera consumiamo circa il 40% di cibo locale e il 60% di prodotti importati. Se noi agricoltori non riusciamo più a produrre in modo sensato, la percentuale di alimenti stranieri continuerà ad aumentare”.
Secondo l’ex Mister Svizzera 2005 – titolo che gli ha permesso di accedere a diversi contratti pubblicitari – alla luce dei criteri più severi, negli ultimi anni sempre più contadini hanno rinunciato al marchio biologico e tutto questo ha un impatto su consumatrici e consumatori: l’offerta di latte certificato bio è diminuita negli ultimi anni. “In generale, si può dire che se ci vengono imposti requisiti aggiuntivi e vengono tagliati i pagamenti diretti è impossibile produrre a un prezzo ragionevole”.
“Ho un forte legame con la mia patria: per questo motivo mi emoziono affrontando questo argomento”, chiosa il contadino che ha alle spalle anche una breve carriera come calciatore (è stato per alcuni mesi sotto contratto come professionista del San Gallo). “Non capisco perché ci rendiamo la vita ancora più ardua in questi tempi già difficili. I prodotti biologici sono oggi più popolari che mai. Ma in futuro quelli svizzeri potranno essere ancora disponibili solo se le condizioni saranno ragionevoli”, conclude.
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