Il Parlamento spagnolo ha bocciato mercoledì la legge di bilancio 2019 del governo socialista di Pedro Sanchez, aprendo così la strada a elezioni anticipate. A votare contro la Finanziaria proposta dall'esecutivo sono stati, oltre al centro-destra, i partiti indipendentisti catalani.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 13.02.2019)
Erc e PdeCat hanno tolto il loro appoggio dopo il rifiuto del governo di negoziare l’autodeterminazione della Catalogna e interferire nell’azione della giustizia, nel processo a 12 leader separatisti in corsoCollegamento esterno davanti al Tribunale Supremo. Ciò che secondo il governo lederebbe la separazione dei poteri.
Il ‘no’ degli indipendentisti alla legge di bilancio ha sostanzialmente decretato la fine della legislatura: la Finanziaria è stata rigettata con 191 voti di fronte a 156 ‘sì’.
Sta ora al premier Pedro Sanchez decidere se sciogliere le Camere e convocare elezioni anticipate come chiesto da Partido Popular e Ciudadanos. Il leader socialista, lasciando il Parlamento, non si è pronunciato al riguardo, ma secondo fonti del Psoe potrebbe farlo giovedì.
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Intanto, nella seconda giornata del processo davanti alla Corte Suprema, il pubblico ministero ha respinto la tesi della difesa che gli imputati “siano perseguitati per le loro idee”.
“In gioco l’ordine costituzionale”
“Non è l’indipendentismo a giudizio”, ha detto l’esponente della pubblica accusa Javier Zaragoza, “sono i gravissimi fatti dell’ottobre 2017 oggetto del processo. Il tentativo di imporre con la forza un progetto politico”.
“Quello che qui è in gioco è l’ordine costituzionale dello Stato spagnolo”, ha concluso.
La Corte ha ripreso l’udienza alle 10 del mattino, con la presenza in aula dei 12 imputati e delle accuse: il pubblico ministero, l’Avvocatura dello Stato e il partito di estrema destra Vox, che esercita l’accusa popolare.
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