La crisi del dragone cinese
Le previsioni di crescita della seconda superpotenza economica al mondo sono unanimi: quest’anno il prodotto interno lordo cinese subirà una brusca frenata e, secondo la Banca Mondiale, l'incremento non supererà il 3%. Inoltre la popolazione cinese è esasperata dalle rigide misure anti-covid ed è preoccupata dalla disoccupazione giovanile record e dal generale rallentamento dell'economia.
L’inflazione è sotto controllo ma ad aver subito una forte impennata è la disoccupazione giovanile che, alimentata dalla stretta governativa sul settore tecnologico, ha sfiorato ad aprile quasi il 20%. Poco lavoro e pagato male è la prospettiva poco allettante per molti giovani cinesi che sono disillusi e confrontati anche con i molteplici problemi di una società demograficamente sbilanciata dai lunghi anni di politica del figlio unico, come spiega alla trasmissione economica della RSI Tempi ModerniLink esterno Simona Grano, sinologa e professoressa dell’Istituto di studi dell’Asia orientale dell’Università di Zurigo.
La crisi immobiliare inoltre ha inghiottito i risparmi di molti acquirenti di appartamenti mentre molti cittadini cinesi si rifiutano di pagare per case non finite. In questo quadro si aggiungono le rigidissime misure che il Governo cinese continua imperterritamente ad applicare nel tentativo di arginare la diffusione del Covid, che azzoppano a loro volta l’economia.
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