La giustizia spagnola ha emesso un mandato di arresto internazionale contro il rapper maiorchino Josep Miquel Arenas, conosciuto come Valtonyc, fuggito all'estero dopo essere stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere per "ingiurie al re" e "apologia del terrorismo".
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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 24.05.2018)
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Secondo la stampa catalana Valtonyc potrebbe trovarsi in un paese europeo, probabilmente in Belgio. La sua condanna ha suscitato numerose proteste in Spagna e in Europa, in nome della libertà di espressione.
“Domani la Spagna si renderà ridicola, ancora una volta”, ha scritto mercoledì su twitter il rapper, il cui termine per il suo ingresso volontario in carcere scadeva giovedì. “Non gli faciliterò le cose. Disobbedire è legittimo, è un obbligo davanti a questo Stato fascista. Nessuno si arrenda”.
Il giovane maiorchino era molto poco conosciuto prima della sua apparizione davanti ai tribunali. Nelle sue canzoni dalle tinte militariste di estrema sinistra, Valtonyc evoca l’uccisione di membri del governo, della famiglia reale e di partiti di destra.
Il profilo Twitter del rapper
Twitter Valtonyc
“Che abbiano paura come un [agente della] Guardia Civil nei Paesi Baschi” oppure “il re ha un appuntamento nella piazza del villaggio, una corda attorno al collo”. Recitano così due dei versi delle sue discusse canzoni, cantate in catalano.
Dibattito sulla libertà d’espressione
I giudici hanno ritenuto che parole del 24enne (che in alcuni recenti concerti ha lanciato un appello a “uccidere una Guardia civil”) fossero un’apologia “incontestabile” degli indipendentisti Baschi dell’Eta.
Il suo caso si iscrive in un più ampio dibattito riguardo alla legislazione spagnola a proposito dell’apologia del terrorismo e delle ingiurie alla Corona, da molti ritenute controverse.
Negli ultimi mesi diversi internauti o artisti sono stati condannati con questi capi d’accusa, come il rapper Pablo Hasel, condannato in marzo a due anni di carcere per i contenuti di alcuni tweet e di una canzone.
Amnesty International ha recentemente accusato Madrid di utilizzare queste leggi per “reprimere l’espressione politica, soprattutto in rete.”
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